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La fine dell’anno a cui andiamo incontro ci consegna alcuni stringenti spunti di riflessione. Il mercato. Un primo semestre dalle tinte fosche, in cui il settore registra un fatturato in calo – nell’ordine del 15% – impone un cambio di rotta. Che è più che possibile. Le “armi” ci sono. Release ricche e profonde da parte delle aziende, forse rischieranno di congestionare l’offerta ma, dopo una prima dell’anno avara di eventi, non è il caso di lamentarsi. La corsa al recupero parte già da settembre, ci saranno sul piatto da qui fino a Natale almeno 5 film dal box office superiore ai 10 mln, oltre ad altri titoli strategici (in grado, ad esempio, di “risvegliare franchise” potenzialmente forti), film italiani ambiziosi (il made in Italy è uno dei pochi segnali confortanti del primo semestre) e anche importanti eventi. C’è il presupposto per ricreare, con forza, quel necessario traffico nel punto vendita che rimetta al centro il supporto fisico, a partire ovviamente dal Blu ray. Nel nostro mercato, diversamente da altri Paesi come Francia o Uk, il “digital” rimane una nicchia (strategica, per carità) penalizzata anche dalla scarsa penetrazione della Banda Larga. Non a caso Netflix, che sta puntando tutto sullo streaming, ha frenato su eventuali piani espansionistici in Italia. Non è utopia, quindi, pensare a una curva in positivo per settembre-dicembre che possa regalarci un bilancio di fine anno in pareggio con il 2010. Sarebbe un risultato di cui rallegrarsi. Certo, la messa in liquidazione di Blockbuster (oltre ovviamente alle ricadute sul piano dell’occupazione) ci metterà di fronte alla perdita di un importante presidio della specializzazione nella distribuzione. Il rental subisce un colpo durissimo, ma non si può nemmeno pensare di buttare via un business, sarà pure ufficialmente “diventato nicchia”, ma ancora può rispondere (almeno ancora per qualche anno) alle esigenze di una fascia di consumatori. Auspichiamo che le iniziative di alcune delle realtà più strutturate del trade, così come una volontà di tutela del business da parte delle aziende portino a risultati concreti.Window/Agcom. E qui – per una volta – non parliamo di pirateria (lo facciamo all’interno del numero). La prima parte del testo approvato il 6 luglio, passata forse in secondo piano, paventa la possibilità che nell’ambito delle misure “da sviluppare per favorire l’offerta legale e la promozione effettiva dell’accesso ai contenuti da parte degli utenti” l’autorità possa intervenire, tra le altre cose, anche sulla determinazione delle finestre “promuovendo accordi tra produttori e distributori”. Un’ipotesi che vorremmo scongiurare, abbiamo sempre sostenuto e lo facciamo ora con rinnovata convinzione che sia il dialogo – serio e non pregiudiziale, non “muro contro muro” e ovviamente non indirizzato a temi commerciali – tra le controparti a dover portare a una soluzione ragionevole. Che per noi continua a essere lo schema dell’escalator, sintesi di buon senso e valorizzazione economica delle diverse modalità di sfruttamento del film.Ma, appunto, serve un vero confronto.
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