Gli scenari tra gli indipendenti, l’unione fa la forza?
C’è fermento tra le distribuzioni indipendenti. È noto che in un settore certo non enorme, con poche aziende attive, certi cambiamenti avvengano con il contagocce e nel lungo periodo. Così che anche i cambi di poltrona diventano una notizia (ce ne accorgiamo dai contatti che certi annunci o indiscrezioni raccolgono su e-duesse.it). Invece, nel giro di poche settimane abbiamo registrato una serie di uscite, ingressi, promozioni, e poi accordi tra aziende, voci di alleanze, riflessioni per il futuro… Da Ernesto Grassi, uscito da Adler Entertainment per entrare in Koch Media come direttore della distribuzione, ad Aldo Lemme che è diventato direttore generale della stessa Adler, al passaggio di Roberto Proia da Notorious Pictures a Eagle Pictures. Ma non si tratta solo di spostamenti nei rispettivi organigrammi aziendali. Adler Entertainment, che finora ha avuto difficoltà a ricavare incassi e profitti dai titoli acquisiti, ha affidato un pacchetto di suoi film in distribuzione a Lucky Red: primo passo di un accordo più stabile, o addirittura di un’alleanza più strategica? O solo un test, in attesa di capire se stringere partnership alternative? E se l’altra strada, meno battuta (per ora), è la cessione a grossi gruppi, anche stranieri (come avviene speso negli Usa, o come è avvenuto con Bim acquisita anni fa dalla francese Wild Bunch, discorso analogo, in parte, all’acquisizione sempre alcuni anni fa di Eagle ad opera di Tarak Ben Ammar), altri movimenti aziendali fanno capire che c’è una diffusa esigenza a crescere e rafforzare le proprie strutture. Questione che accomuna la distribuzione alla produzione indipendente, come dimostra l’ingresso in Borsa nell’ultimo anno non solo della già citata Notorious Pictures, ma anche di Lucisano Media Group e di Leone Film Group. E proprio Andrea Leone è stato molto attivo, prima acquistando la casa di produzione Lotus, poi stringendo un nuovo importante accordo distributivo con Rai Cinema, ma senza interrompere discorsi in atto con altri distributori. E altri produttori ragionano sul fatto di unirsi per creare un nuovo, forte distributore: l’accordo tra Wildside (già nata dall’incontro tra soci diversi, provenienti da case di produzione o da percorsi artistici differenti) e Indiana Production per creare la nuova società Inside, dedicata ad attirare grandi produzioni straniere in Italia (grazie al tax credit) di cui seguire la produzione esecutiva, potrebbe essere propedeutico a una futura operazione, allargata ad altri soggetti? Tutti questi fatti, ipotesi, scenari sembrano convergere su un punto: per stare in piedi oggi in un mercato sempre più difficile e pieno di incognite non bastano talento, fiuto, determinazione a investire. I rischi sono sempre maggiori, con le possibili conseguenze negative sulle aziende e su chi ci lavora. Se si vogliono giocare partite complesse – evidentemente è possibile rimanere, e con soddisfazione, in un ambito “piccolo”, di nicchia – occorrono dunque strutture aziendali più forti e solide, in grado di assorbire meglio gli alti e bassi del mercato senza essere alla mercè del singolo risultato al box office, e avere una forza e una massa critica sufficiente a rapportarsi al mercato (dall’esercizio alle televisioni). L’aspetto positivo di quanto si sta muovendo è, oltre a un rafforzamento delle singole aziende, una disponibilità a mettersi in gioco, a rischiare, a sacrificare anche un legittimo individualismo e orgoglio aziendale per costruire qualcosa di meno personale, magari, ma che può risultare maggiormente adatto alla realtà attuale del settore. Aumentano nel breve periodi i rischi (anche di incomprensioni tra soci o partner, sugli indirizzi strategici di fondo e sulle singole scelte). Ma se si trova la chiave giusta, si possono costruire aziende che staranno in piedi con maggiori potenzialità. E forse si potranno affrontare le sfide del mercato con maggior coraggio e creatività.
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