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Inutile girarci intorno: i risultati della Festa del cinema sono stati deludenti. A parole lo hanno detto tutti fin dal primo giorno; poi nei comunicati ufficiali si è cercato di mascherare la delusione. Che però è stata cocente. Tutti i dati principali li trovate nell’approfondimento all’interno. Ma a fronte del debutto nel 2013 in cui si partì piano ma si finì forte, grazie al passaparola e a un titolo forte come Il grande Gatsby – quest’anno si è partiti pianissimo e si è finiti discretamente. Perdendo subito quasi il 17% nel primo weekend e contenendo alla fine con un 11% in meno circa rispetto all’evento di un anno fa. Che, appunto, fu promettente ma non un successo clamoroso. Confortante il dato dell’ultimo giorno, con Godzilla sugli scudi? Solo in parte, se si pensa che al posto de Il grande Gastby di film di un certo richiamo ce ne erano tre (anche Grace di Monaco e Ghost Movie 2). Come mai allora la seconda edizione, non ha sfondato? Proviamo ad analizzare alcune possibili cause. Il bel tempo. Certo, ha influito. Come ha penalizzato anche i ponti tra Pasqua, il 25 aprile e il 1° maggio. Ma non è stato nemmeno così clamoroso, quindi sfavorevole agli esercenti. Un fattore reale, ma stavolta da non enfatizzare. I film proposti. È sempre la prima causa, quando le cose al cinema non vanno bene. In realtà in una promozione a 3 euro anche i tanti film piccoli e medi proposti – se valgono i 3 euro spesi… – potrebbero ben funzionare. E quest’anno ce n’erano anche di più di un anno fa: il più forte è stato Devil’s Knot – Fino a prova contraria, i più belli erano Alabama Monroe e la riedizione di Principessa Mononoke, poi titoli decorosi come Parker, The English Teacher, La stirpe del male, The German Doctor. Ma anche quest’anno mancava il traino, il titolo forte fin dall’inizio che poi facesse scoprire tutti gli altri. Anche se c’erano film distribuiti nelle settimane prima che lavoravano abbastanza come The Amazing Spider-Man 2, Un fidanzato per mia moglie e così via. Ma niente di clamoroso. Tanto che ancora una volta, la scossa l’hanno data i titoli last minute. Hanno ragione gli esercenti: se non ci sono film forti, queste iniziative non vanno (inoltre alcuni distributori hanno chiesto minimi garantiti non proprio bassi…). Confrontare con le Feste francesi e spagnole… La comunicazione. Si fa quel che si può, con il budget a disposizione. Vero. Ma allora non è meglio aspettare di trovare un’idea comunicativa forte e la reale disponibilità di tutti o quasi per convincere qualche sponsor in più? Così è un “vorrei ma non posso” abbastanza triste. I video dei testimonial? Stendiamo un velo pietoso. Non per la loro apprezzabile disponibilità. Ma sembravano i filmini amatoriali che si vedono sul web: pensate davvero che spingano la gente a uscire di casa? E alla fine, anche se meno di un anno fa, troppa gente è arrivata alle casse con i 7-8 euro in mano e si è sentita dire che doveva pagare meno… Anzi, quest’anno la grancassa del settore, con comunicati nazionali giornalieri, articoli sui quotidiani ecc. e un generale entusiasmo e orgoglio per quello che rappresenta il cinema, si è visto poco; solo in alcune regioni e situazioni particolari si è fatta arrivare ai media l’eco dell’iniziativa. Gli eventi. L’aspetto più positivo: gli incontri, i concerti, le attività messe in campo con creatività da esercenti indipendenti, dalle sedi Agis, dai circuiti. Quando fatte con convinzione e ben comunicate hanno fatto la differenza. Purtroppo, troppo poche rispetto all’atteggiamento predominante. Di chi ha subìto la Festa come scotto da pagare. Adesso dall’11 al 17 giugno arriva la Festa Made in Italy, rassegna di film italiani sempre a 3 euro. Non servirà a molto, soprattutto perché godrà di meno comunicazione. Ma ancora farà la differenza la convinzione: tra chi fa volantini, depliant, manifesti o anche solo un po’ di animazione nel foyer e chi si lamenta che tutto ciò non serve a nulla, passa un mondo. Ma se fatte male, certe iniziative sulla carta interessanti sono un boomerang. Altro che promuovere l’immagine del cinema.
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