20 Novembre 2013
Chiariamoci le idee
Gli italiani frequentano abitualmente la farmacia, alcuni solo per acquistare i farmaci, altri per tutto ciò che riguarda il benessere. Molti fanno la spesa in supermercati, scegliendo il punto vendita più vicino a casa, altri in ipermercati. Alcuni hanno figli e di conseguenza visitano con una certa assiduità per alcuni anni, e poi via via sempre meno, con il crescere del bambino, i centri specializzati per l’infanzia. A tutti questi consumatori vengono proposti gli stessi prodotti attraverso molteplici punti vendita differenti. Ma qual è la differenza tra un canale e l’altro? Pensavamo fosse chiara - la liberalizzazione ormai da alcuni anni ha creato questo scenario - e invece non è così se molti farmacisti rinfacciano all’industria di rifornire dei propri prodotti il mass market e gli specialistici e le aziende dermocosmetiche da parte loro faticano a spiegare le loro strategie di differenziazione dei canali. Eppure entrare in una farmacia di quartiere e in un punto vendita della distribuzione moderna è ben differente. Materiali di comunicazione in store, vetrine ed espositori brandizzati, corsi di formazione per gli addetti alla vendita, giornate dimostrative a vantaggio del consumatore finale. Sono questi gli elementi che caratterizzano la farmacia. Tutto ciò non basta? C’è chi acquista in Gdo per comodità, chi per convenienza, chi perché predilige il libero servizio, chi magari dà solo un’occhiata e poi compra in farmacia chiedendo consiglio. Abbiamo il vantaggio fondamentale che le persone comunque entrano nei nostri punti vendita. Sta al personale, nel momento in cui il consumatore varca la soglia della farmacia, essere in grado di proporgli o per lo meno di mostrargli qualcosa di più e di diverso: una competenza e una professionalità che sono solo ed esclusivo appannaggio del nostro canale.