10 Febbraio 2015
Non facciamoci spaventare
Il 2014 si è chiuso con una brutta quanto attesa notizia, quella dell’avvio del piano di ristrutturazione da parte di Essere Benessere. La catena nata con l’ambizioso progetto di introdurre sul mercato italiano i drugstore in stile anglosassone non ha raggiunto i risultati attesi e dopo interventi di rinegoziazione del debito e di aumento di capitale, nonostante la quotazione al Marché Libre, si è vista obbligata ad avviare la procedura di concordato preventivo e a cercare un nuovo partner industriale al fine di ricreare le condizioni per il proseguo dell’attività commerciale. Sperando che questo partner sarà individuato in tempi rapidi per il bene dei dipendenti e del mercato - nel momento in cui scriviamo lo scenario non si è ancora chiarito - facciamo luce sul perché di questo flop. Probabilmente i consumatori italiani non sono ancora pronti per punti vendita di questo tipo, probabilmente le superfici degli store sono troppo ampie e le location decentrate o comunque non adeguate al progetto (del resto la rete è stata costruita acquisendo una parte dei negozi di videonoleggio Blockbuster), probabilmente la mancanza dell’etico come traino all’ingresso di consumatori ha determinato un crollo del traffico in store. Questo unito forse a un pizzico di mancanza di lungimiranza, perché fin da subito gli investimenti sono sembrati troppo ingenti, e alla sottostima della forza della concorrenza ha contribuito alla crisi attuale. Eppure l’aria di rinnovamento che Essere Benessere ha portato con sé ci piaceva, così come la voglia di osare e cambiare le regole. Siamo convinti che sia tempo di innovare il modello di business della farmacia. La direzione verso cui andare è quella del servizio ai consumatori. Non facciamoci quindi spaventare, ma continuiamo a cercare nuovi modi per soddisfare l’esigenza di benessere del mercato.