07 Luglio 2011
Aiutiamo le vendeuse
Mettiamoci nei panni della distribuzione o meglio di una vendeuse: come si può districare nella quantità, per esempio, di sieri e di creme che arrivano ad arricchire gli scaffali delle profumerie a partire da settembre? L’autunno si preannuncia caldo. In questo numero e nel prossimo vi offriamo una panoramica sui prodotti che le varie aziende cosmetiche lanciano tra settembre e ottobre. Prodotti che spaziano tra i vari assi e che promettono di essere sempre più performanti. E non potrebbe essere altrimenti visti i significativi investimenti in ricerca e sviluppo da cui derivano. Ma come può una vendeuse valorizzarli per venderli al meglio, non perdendo di vista tutte le altre referenze che compongono l’offerta skincare? (Ci soffermiamo su questo asse perché nel make up e nell’alcolico la moda, le tendenze e altri fattori diminuiscono l’effetto “marmellata” ma non è così nel trattamento, peraltro il segmento che risente maggiormente della crisi di mercato e della concorrenza di canali alternativi). A nostro parere è necessario agire su più fronti. La formazione è l’elemento fondamentale su cui devono lavorare tanto l’industria quanto la distribuzione. Ma è possibile fare di più. Da un lato l’industria deve razionalizzare la propria offerta, eliminando le referenze superate dal punto di vista scientifico e meno performanti in termini di sell out e dall’altro le profumerie devono intervenire sui propri punti vendita per rendere l’offerta più leggibile con layout navigabili in autonomia dal consumatore e scaffali in grado non solo di contenere fisicamente il prodotto ma di farlo parlare, di dire che il prodotto in questione è un antiaging piuttosto che un siero (e la cosa sarebbe decisamente più facile se i nomi sulle confezioni fossero in italiano). È vero il servizio è fondamentale, ma aiutiamo le vendeuse a prestarlo al meglio.