Cosa succede ai big?
Nell’attesa che ci giungano voci di acquisizioni da parte di Douglas, che – al di là dei rumours relativi a Limoni – è sicuramente in fermento dopo una fase di stallo dovuta al cambio di proprietà (la quota di maggioranza del retailer tedesco è passata dal fondo Advent International a Cvc Capital Partners lo scorso giugno), non ci giungono notizie di particolare dinamicità da parte degli altri big player. Nel corso del 2015 Marionnaud ha aperto cinque punti vendita, tutti in centri commerciali; La Gardenia è cresciuta per effetto dell’acquisizione di alcune delle profumerie Beauty Point, Limoni prosegue con il processo di restyling della rete vendita e ha appena inaugurato il flagship romano, una location di pregio in via del Tritone rilevata con l’operazione Beauty Point (ma i punti vendita acquistati da Beauty Point non dovevano assumere l’insegna La Gardenia?). Anche Sephora ha rallentato notevolmente il ritmo delle aperture rispetto ai due anni precedenti. Oltre al beauty store del Vomero a Napoli, nel 2015 non ci sono state altre novità. E il resto del mercato? Le catene regionali crescono e consolidano la propria presenza sul territorio. Idea Bellezza ha aperto ben cinque punti vendita in Abruzzo nell’arco degli ultimi tre mesi e ha realizzato un’altra inaugurazione a Pescara, Unix è recentemente approdato a Chioggia, Pinalli ha esordito in grande stile a Sassuolo… Questo mentre i punti vendita si arricchiscono di centri estetici, programmi di fedeltà sempre più sofisticati e nuovi servizi. Questione di lungimiranza degli imprenditori o piuttosto di risorse economiche che le multinazionali, attive su più Paesi, non hanno da dedicare all’Italia?
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