Toglietemi tutto, ma non…
Rinuncio a tutto ma non alla farmacia e al farmacista. Posso fare a meno di qualsiasi media ma non del punto vendita che è il luogo nel quale si concretizza l’acquisto. È quanto ci hanno raccontato i direttori marketing e i responsabili di numerosi brand dermocosmetici. Nessuno quindi mette in dubbio l’importanza del punto vendita farmacia come mezzo di comunicazione e del consiglio prestato dall’addetto alla vendita al consumatore finale. Nessuno tranne i farmacisti che, spesso presi dalla quotidianità e ancora troppo focalizzati sull’etico, non prestano attenzione a valorizzare le vetrine e a ordinare gli scaffali, presentando al consumatore spazi disordinati, banconi pieni di espositori, gran parte dei quali inutili, e in generale tanta confusione. Un simile ambiente non mette il cliente nella disposizione d’animo migliore per acquistare qualcosa di diverso da quanto gli è stato prescritto tramite ricetta medica, non permette di suscitare il ricordo né di creare quell’effetto eco delle campagne pubblicitarie viste in televisione e sulla stampa che potrebbero facilitare la vendita. Per non parlare dell’addetto alla vendita. Sappiamo tutti che l’equazione è semplice: maggiore è la formazione, maggiore è la preparazione e maggiore è l’efficacia nel consigliare il prodotto giusto per le esigenze della clientela. Certamente siamo consapevoli del fatto che la formazione è costosa per la farmacia, che sottrae personale al punto vendita per mandarlo a frequentare i corsi delle diverse case dermocosmetiche, quando non realizza training anche in modo autonomo per i propri addetti, ma il vantaggio che deriva dall’investimento sulle competenze del personale è tale che vale indubbiamente la pena di essere fatto. Perché non lavorare di più e meglio su questi due aspetti?
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