No Result
View All Result
Logical Channel Number, ovvero Lcn. Per i pochi che ancora non lo sapessero, si tratta dell’ordinamento dei canali sul telecomando della piattaforma digitale terrestre. Per i molti invece che conoscono da vicino tale rompicapo – che sta infuocando le scrivanie di emittenti (soprattutto locali), ministeri e Agcom –, va detto che esso sancisce la definitiva sconfessione di ogni retorica Dtt dell’“aggiungi un posto a tavola…” e la risolutiva consacrazione del “più siamo peggio stiamo”. Già perché per consigliare, ipotizzare, suggerire quale sarà la collocazione numerica dei canali sull’Epg ci si arrovella da anni, mentre la decisione finale – che dovrebbe essere assunta da Agcom su mandato del cosiddetto decreto Romani – è ancora di là da venire. Con pesanti ripercussioni sull’utenza, in particolare su quella delle regioni all digital, che non sa più (fatti salvi i sette analogici principali) dove andare a cercare i suoi canali preferiti. Per non dire delle gravi ricadute sulle emittenti minori che, così facendo, perdono ascolti e fidelizzazione, nonché raccolta adv. Certo, il decreto legislativo n. 44/2010 detta norme che appaiono di buonsenso, ma è un buonsenso che rischia di scemare dato che rimanda la decisione a un ulteriore procedimento che include l’ennesimo giro di audizioni tra emittenti e associazioni. Eppure, un regolamento di massima c’è – che in molti considerano però sbilanciato a favore del duopolio Rai-Mediaset – ma l’adozione della versione finale appare ancora in forse. I più ottimisti parlano di fine maggio, i realisti di non prima di giugno-luglio, se non addirittura settembre. Invece, l’urgenza è tale che, nell’intervista che pubblichiamo a pag. 42, fa dire all’avvocato Giangiacomo Olivi, che un cattivo regolamento – ma immediato – sarebbe preferibile a un’ulteriore attesa. E lo stesso amministratore delegato di TiMedia, Giovanni Stella, nell’intervista di copertina, “minaccia” di adottare soluzioni unilaterali nel caso in cui ci si attardasse ancora in schermaglie inutili. Dall’altro lato però l’Lcn risulta una coperta troppo corta, che necessariamente non potrà accontentare tutti coloro che dalla cosiddetta sfida digitale sperano di avere la meno peggio. E così, dato che la matematica non è un’opinione, non potrà essere per molti. Potrebbe consolarci il fatto che non siamo i soli ad avere questi problemi. Come rivela un rapporto di e-Media Institute, in Francia il Consiglio superiore dell’audiovisivo ha attribuito la numerazione in base alla parità di trattamento tra editori e alla garanzia degli utenti, dopo di che – per allocare i canali gratuiti gestiti da privati e i canali pay – si è ricorsi addirittura a un’estrazione a sorte. In Uk, sono stati prima il Communications Act e poi l’Ofcom a stabilire i criteri essenziali per i provider Epg. Solo che tutto questo avveniva nel lontano 2004. Insomma, l’Italia è già in ritardo di sei anni, e ogni giorno che la platea televisiva e le emittenti locali trascorrono immerse nella nebbia digitale fa regredire inesorabilmente la reputazione della tanto sbandierata affidabilità Dtt.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
In caso di citazione si prega di citare e linkare www.e-duesse.it
No Result
View All Result