GIRO DI BOA
Eccoci giunti alle giornate professionali estive di Ciné. Inevitabile, quindi, fare un punto al giro di boa dell’anno cinematografico. Arriviamo a questo appuntamento di Riccione con le pile scariche; l’anticipo di stagione estiva, con un maggio e una prima parte di giugno infuocati, ha messo ulteriormente ko il box office che già stava patendo rispetto al 2016. Ne hanno fatto le spese praticamente tutti i film, anche quelli più attesi, a parte Pirati dei Caraibi; i suoi 11 milioni di incasso in questo contesto così faticoso rappresentano un successo. La stagione estiva si ripropone, quindi, per la sua criticità. Scriviamo queste considerazioni a metà giugno e quindi si dovrà aspettare agosto per tirare le somme definitive ma le preoccupazioni restano. Siamo sicuri che le major americane, visti gli incassi che i loro film raccolgono da un po’ di anni in estate, non decidano di cambiare atteggiamento evitando di rischiare i potenziali blockbuster tra giugno e luglio? Magari è fantapolitica ma sarebbe davvero un colpo tremendo per la nostra industria. Senza film americani, quante sale rimarrebbero aperte? Meglio non pensarci…
Noi, però, non vogliamo arrenderci e continuiamo ad auspicare che si possa sviluppare un mercato cinematografico, se non di dodici almeno di undici mesi, ma ci rendiamo conto che la strada è ancora molto lunga davanti a noi. Anche perché continua a rimanere irrisolto il nodo estate-cinema italiano, anche quest’anno ai minimi termini. In questo senso vanno ringraziate Indigo e Universal per aver fatto uscire a fine maggio Fortunata di Sergio Castellitto.
Questi primi sei mesi sono stati caratterizzati da numeri in calo, -17% di incassi e -12% di presenze. Si è sentito il contraccolpo per l’assenza del fenomeno Zalone e di un grande successo come Perfetti sconosciuti. Al netto di questi due film, i numeri sono più o meno in linea con un’annata non certo brillante come il 2015, segno che si fa fatica a crescere in assenza di grandi eventi cinematografici. Segna il passo soprattutto il cinema italiano che sta registrando quote di mercato sotto il 20%; segnale preoccupante che ci riporta indietro di anni. Sarà possibile una ripresa? È proprio quello che cercheremo di capire nel convegno organizzato da Box Office, insieme ad Anica, Anec e Anem, a Ciné. Se la nostra produzione non riannoderà i legami con il pubblico, per la nostra industria si prospetteranno anni bui. E non ce lo possiamo permettere.
La differenza tra il calo degli incassi e quello delle presenze è legata a Cinema2Day. I mercoledì a 2 euro hanno portato sì grande pubblico in sala ma il biglietto così scontato ha penalizzato il mercato. Sulla negatività di questa iniziativa ministeriale – ma appoggiata da tutte le associazioni cinematografiche, è bene ricordarlo – ci siamo già espressi più volte. Ciò non toglie che la strada della promozione del cinema verso il pubblico debba essere percorsa con convinzione. E allora torniamo su un altro nostro “chiodo fisso”: un’iniziativa mirata sugli under 14. Sono i ragazzi che dobbiamo riconquistare al cinema ed è in questa direzione che, secondo noi, tutta l’industria dovrebbe muoversi elaborando una promozione sulla quale potrebbe convergere anche il Mibact con risorse per la comunicazione. È chiedere troppo?
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