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È stata presentata la scorsa settimana la quarta edizione dell’Indagine biennale Tecnoborsa 2011 “Le famiglie italiane e il mercato immobiliare nelle sei grandi città” Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo e Genova. Secondo Tecnoborsa, specializzata nel mercato immobiliare, dopo l’espansione, fino al 2005, il mercato è entrato in crisi e tutt’ora “non si intravedono segnali di significativa ripresa”. Nel biennio 2009-2010 la maggior parte degli intervistati ha acquistato un immobile come abitazione principale (73,9% contro il 77,4% del biennio precedente). L’11,2% ha acquistato la seconda casa per le vacanze, il 6,7% per parenti prossimi e il 5,9% per investimento. Chi ha comprato l’abitazione principale ha scelto come requisiti base la superficie e il prezzo. Più richiesto il trilocale (29,5%), poi il quadrilocale (16,6%) mentre i monolocali sono stati acquistati solo dal 6,9% degli intervistati. Un quarto degli immobili era nuovo, un altro quarto ristrutturato. Il 58,1% di chi ha acquistato ha acceso un mutuo o un finanziamento. Di questi, il 37,8% ha chiesto un prestito che copre il 20% del prezzo pagato. Chi ha venduto lo ha fatto nel 33,6% dei casi per esigenze di liquidità. Per il prossimo biennio si rileva un moderato ma continuo calo nelle intenzioni di acquisto di un immobile. Sempre secondo Tecnoborsa i dati evidenziano che nel biennio 2009-2010 “hanno acquistato casa prevalentemente famiglie con una buona disponibilità economica di base o che comunque si sono orientate verso case il cui prezzo era adeguato alle proprie possibilità (per il 61,6% di coloro che hanno acquistato un’abitazione principale il fattore che ha influito maggiormente sulla scelta è stato il prezzo della casa). Inoltre, circa il 60% delle famiglie che hanno acceso un mutuo negli ultimi due anni ha impegnato mediamente fino al 30% del proprio reddito per il pagamento delle rate, il che denota una certa prudenza sia da parte dell’istituto che eroga il finanziamento sia da parte delle famiglie; il 21,8% ha impegnato per la rata dal 40% al 50% del proprio reddito. Dati che confermano la scarsa propensione all’indebitamento degli italiani oltreché evidentemente il momento di minore propensione degli Istituti di credito a finanziare le famiglie”. L’analisi sottolinea infatti che questi ultimi “richiedono ulteriori garanzie a tutela del prestito erogato”.
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