Italiani, vince ancora il ceto medio
Quello italiano è ancora un popolo dominato dal ceto medio, o così almeno la pensa il 54% degli abitanti, secondo il 10° numero del “Diario di transizione” del Censis. Per quando riguarda pensionati e casalinghe la percentuale sale al 60%, mentre la pensa allo stesso modo il 53% dei Millennial, cioè i giovani tra i 18 e i 35 anni. Riparte dunque dal basso questa categoria sociale così radicata nella Penisola. Secondo la ricerca del Censis appartenere al ceto medio, per tutte queste categorie di popolazione, significa “sentirsi simili alle persone che hanno lo stesso stile di vita nel rapporto con i soldi, nei consumi e nel modo di spendere il tempo libero”. Nonostante questa visione che si potrebbe definire positiva, l’atteggiamento di coloro che si sentono parte del ceto medio è orientato alla sobrietà e al risparmio, e non più al consumismo che un tempo caratterizzava questa classe sociale, anche se l’automobile nuova continua a rappresentare un “simbolo” della middle class, testimoniata da un +11,6% di immatricolazioni a gennaio 2015. Se inoltre da un lato il ceto medio si alimenta in parte “di sommerso”, dall’altro secondo il Censis i deboli segnali di ripresa consentono a esso di accedere a settori che con la crisi erano diventati inavvicinabili, come aprire esercizi commerciali (+7.544 imprese rispetto al 2013) o attività di alloggio e ristorazione (+10.910) o servizi di supporto alle imprese (+9.290). Emergono dunque “germi di nuovo ceto medio in attività d’impresa visibile” conclude il Censis.
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