Se aumenta l’IVA, 65 miliardi di consumi andranno in fumo
“La Legge di Stabilità 2015 presenta, rispetto al passato, importanti novità sia nell’impostazione generale sia negli specifici contenuti. Alla valutazione complessivamente positiva affianchiamo alcune perplessità sulla dimensione quantitativa”. Questo é il giudizio dell’Ufficio Studi Confcommercio contenuto nel Rapporto sul terziario. In particolare, vengono valutate favorevolmente “la decisione di espandere il deficit a ridosso della soglia consentita” così come “la ricomposizione delle uscite pubbliche in favore di provvedimenti pro competitivi e pro crescita”. D’altra parte, però, nella manovra sarebbe stata preferibile non solo “una maggiore dose di coraggio in tema di spending review” ma soprattutto che pur parlando di “in una manovra proposta orientata al taglio delle tasse, ci sono purtroppo previsioni di incrementi netti d’imposta” a cominciare dal generalizzato aumento delle aliquote IVA, sia di quella ridotta del 10% sia di quella ordinaria del 22%, a partire dal 2016. “Si tratta di un incremento che tra il 2016 e il 2018, porterebbe le aliquote dal 10 al 13% e dal 22 al 25,5%. L’aumento dell’Iva, unito a quello delle accise avrà inevitabili effetti depressivi su Pil e consumi”. Solo con gli aumenti Iva, calcola l’Ufficio Studi, nel triennio 2016-2018 si avranno complessivamente 65 miliardi in meno di consumi da parte delle famiglie, mentre la crescita dei prezzi nel 2018 rispetto al 2015 sarà del 2,5%.
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