“Web Tax? Il G7 di Bari ha confermato che l’argomento non è da reazionari”
L’obiettivo era già stato in realtà raggiunto ed era quello che al G7 di Bari dei ministri economici che si è appena concluso, mettese a tema la Web Tax, ma Davide Rossi, direttore generale di Aires ha voluto aggiungere a e-duesse: “In realtà oggi siamo ancora più soddisfatti perché questo importante appuntamento ha confermato che l’argomento non è da reazionari, da persone che vogliono fermare il tempo e un quindi tabù, ma un al contrario un obiettivo condiviso di massima dai ministri delle economie più avanzate”. Rossi poi prosegue: “Non era realistico pensare, e quindi aspettarsi, che dall’appuntamento pugliese uscisse qualcosa di più di un documento condiviso: sono soluzioni, quelle sulle grandi imprese del digitale, che infatti richiedono che si scrivano convenzioni mondiali; quindi parliamo di accordi molto lunghi, serviranno indicativamente dieci anni. Ma, ciò non toglie che il G7 ha confermato chele nostre osservazioni erano pertinenti e quindi abbiamo ancora di più l’auspicio che questo appuntamento funga da ulteriore sprone ad agire localmente, ovvero nei singoli paesi, per preparare il terreno a un documento successivo di respiro mondiale. In sintesi, possiamo dire che il meccanismo è partito e non possiamo che esserne contenti”. Il direttore generale di Aires ha infine confermato che in questa direzione l’associazione, in accordo con Confcommercio, nel breve confermerà il proprio appoggio alla norma ponte voluta dal presidente della commissione bilancio della Camera, Francesco Boccia, sul tema della tassazione dei grandi della Rete che sarà discussa in settimana: “Inoltre, il nostro impegno continua a essere quello affinché si faccia strada l’ipotesi di introdurre una web retail tax in via prioritaria – quindi un quadro normativo che regoli i retailer esteri che vendono digitalmente nel nostro Paese – raccogliendo in tale direzione anche il supporto di altri settori del trade italiano investiti dalle ricadute negative di certe pratiche attuali di concorrenza non paritaria da parte di certi rivenditori virtuali. Nel dettaglio posso confermare che abbiamo già contatti con Federmoda”.
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