Box Office, andare oltre la logica di Cinema2Day

Pubblichiamo l’editoriale del numero di Box Office datato 28/2-15/3 e che sarà in distribuzione nei prossimi giorni

Dario Franceschini è un ottimo ministro dei Beni e delle Attività Culturali. Ha forza e influenza politica evidente anche a chi segue distrattamente la politica (e le questioni di cinema). È soprattutto merito suo se tutto l’audiovisivo oggi può contare su una nuova legge che raddoppia le risorse al settore in modo stabile e che dovrebbe favorire sviluppo e investimenti. È stata sua l’intenzione di dare vita a Cinema2Day, l’iniziativa dei mercoledì a 2 euro realizzata con il supporto delle sigle associative Anica, Anec e Anem e sulla quale il Mibact ha investito in immagine, risorse e comunicazione. Su questo tema, però, le valutazioni sono diverse e, a nostro avviso, il ministro ha sbagliato. Vero che i numeri di affluenza in sala durante la promozione sono stati alti, da giorni natalizi. Un successo per Franceschini che, alla fine della promozione a febbraio, ha chiesto a gran voce con una lettera pubblica di prorogare Cinema2Day di altri sei mesi arrivando di fatto ad agosto. Scriviamo queste considerazioni mentre si attende una risposta dal mondo del cinema che sul tema è diviso, con i produttori più propensi a proseguire e distributori ed esercenti più scettici. Siamo in attesa anche dei risultati della ricerca sul pubblico di Cinema2Day voluta dall’Anica. Quando uscirà questo numero di Box Office è probabile che si sia già trovata una soluzione. Qualsiasi tipo di accordo sarà raggiunto tra le associazioni di categoria e Franceschini, auspichiamo che dopo l’eventuale proroga che sembra inevitabile (anche se per meno di sei mesi) si abbandoni, per sempre, la politica dei 2 euro. Un biglietto così basso ha finito per svalutare totalmente il prodotto. Ha pericolosamente indotto quei milioni di spettatori che hanno affollato le sale durante Cinema2Day, a pensare che quello sia il prezzo giusto per vedere i film e che i prezzi “normali” siano troppo alti. Si rischia così di aver ottenuto un effetto boomerang sull’affluenza in sala i cui esiti si potranno vedere sul medio-lungo termine. Tuttavia, siamo anche convinti che non si possa rinunciare ad altre forme promozionali che vedano sempre coinvolto il Mibact come sponsor. Bisogna andare oltre la logica di Cinema2Day, senza rinunciare alla necessità di calibrate iniziative promozionali anche a lungo termine nell’interesse degli spettatori e di tutti i soggetti della filiera. Per prima cosa si dovrebbe insistere per iniziative mirate sull’estate, certo non a 2 euro. Ma non solo per quest’anno; iniziative che continuino finché non si crea una vera abitudine al cinema anche nei mesi più caldi. Oppure, sul modello francese, ideare una forma promozionale annuale per i ragazzi under 14. Ministero, Anica, Anec ed Anem potrebbero mettersi d’accordo su un giorno della settimana in cui i ragazzi avrebbero accesso al cinema a prezzi molto scontati. Sarebbe un incentivo importante per avvicinare al grande schermo una generazione che il cinema non lo prende quasi in considerazione, come giustamente sottolinea l’amministratore delegato di Medusa Film, Giampaolo Letta, nell’intervista di copertina. È un’idea che potrebbe trovare facilmente concordi produttori, distributori ed esercenti che spesso si sono interrogati su come sia possibile coinvolgere il “pubblico di domani”.

Infine, una preoccupazione. I tempi della pubblicazione dei decreti attuativi della legge cinema si stanno pericolosamente allungando troppo. Sappiamo che il lavoro continua alacremente ma sappiamo anche che sono diverse le questioni tecniche da dirimere. L’importante è arrivare quanto prima a una conclusione del lavoro perché il 31 dicembre ha cessato di essere valida la precedente normativa sul cinema mentre quella nuova, però, senza i decreti non è ancora operativa. Con il rischio che tutta l’industria si blocchi in attesa di questi provvedimenti.

Stefano Radice

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