Continua su e-duesse la rubrica “Come ripartire?” con gli interventi di alcuni esponenti dell’industria cinematografica che provano a immaginare in che direzione andrà il settore una volta che i cinema riapriranno.
«Per ripartire servirà una profonda comunione d’intenti tra la filiera cinematografica e le istituzioni», spiega Massimiliano Giometti, direttore programmazione del circuito Giometti Cinema, in un’intervista esclusiva a e-duesse. «E questo vale sia nella pianificazione di una grande campagna mediatica, sia nella definizione delle misure di riapertura e degli strumenti per incentivare gli spettatori a tornare in sala».Lei ha qualche nuova proposta da mettere sul tavolo?Si potrebbe prendere spunto dal voucher per il turismo, che offre un buono di 500 euro a tutte le famiglie che quest’estate decidono di trascorrere le vacanze in Italia. Allo stesso modo, il pubblico potrebbe usufruire di un buono di 500 euro da spendere nei cinema e teatri italiani o per concerti, incentivando così la ripartenza ,una sort di cultura- bond . Sarebbe un’iniziativa di grande valore che, a differenza delle operazioni che fanno leva sul prezzo, non svilirebbe l’esperienza cinematografica e non inficerebbe sui ricavi della sala. Se non partiamo da un aiuto concreto da parte dello Stato, difficilmente potremo risollevarci da questa crisi.E in quanto alla riapertura delle sale?Innanzitutto dovranno essere previste limitazioni plausibili, in vigore su tutto il territorio. Immagino che dovremo tutti far fronte a una contingentazione dei posti in sala, dotandoci di sistemi di sicurezza in cassa e adeguando le piattaforme tecnologiche per facilitare l’acquisto dei biglietti. Ma un altro tema che si dovrà affrontare è quello del prodotto.Si spieghi.Comprendo le difficoltà di produttori e distributori, specialmente per quei film usciti a cavallo del lockdown. Allo stesso tempo mi auguro che la necessità di distribuire film in streaming non si estenda per tutti i titoli, altrimenti ci troveremo senza contenuti alla riapertura. Inoltre, le produzioni sono ferme e quando in un secondo momento si rischierà una sovrapposizione dei set pronti a partire. Per questo bisogna scaglionare il prodotto con un calendario ben definito.Arene o drive-in potrebbero riavvicinare il pubblico al cinema quest’estate?Potrebbero essere situazioni propedeutiche alla riapertura dei cinema “tradizionali”.Che si tratti di arene o drive in, poco importa; l’importante è che siano gestiti da professionisti del settore, ossia esercenti cinematografici, e che dispongano di contenuti accattivanti grazie al coinvolgimento dei distributori. Quali sono le questioni più urgenti per la sala? Direi le tasse e le spese del personale. Intanto speriamo che venga data la possibilità di rinnovare la cassa integrazione, altrimenti sarà molto dura. Poi, alla riapertura ci sarà bisogno di una tassazione più dilatata nel tempo, con la possibilità di tornare a pagare le imposte dopo la riapertura. Poi c’è la necessità di un accesso al credito garantito, ma non tramite le banche e gli istituti di credito, bensì attraverso lo Stato.In questo momento sta vagliando nuove strade per la sua attività?Sto valutando la possibilità di realizzare una piattaforma streaming per il mio circuito, una sorta di sala virtuale, nell’ottica di fidelizzare il mio pubblico. Ma non sarà facile perché i guadagni sarebbero minimi, in quanto le transazioni sarebbero esigue e i ricavi andrebbero ripartiti tra esercente e distributore. Sarebbe già tanto riuscire a ripagare i costi. Speriamo che la revenue sharing dei ricavi dei film usciti direttamente in streaming e destinata al fondo Anec possa servire per la fase di ripartenza.Leggi l’ep. 1 con Andrea OcchipintiLeggi l’ep. 2 con Giampaolo LettaLeggi l’ep. 3 con Massimiliano OrfeiLeggi l’ep. 4 con Guglielmo Marchetti Leggi l’ep. 5 con Tomaso QuilleriLeggi l’ep. 6 con Paolo Del Brocco
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