Pochi affari al Sundance Film Festival

Il “mercato cinematografico” del Sundance Film Festival, giunto alla 35ª edizione e in programma dal 18 al 28 gennaio, starebbe attraversando una crisi di mezz’età. Agli occhi dei buyer, infatti, quest’anno l’offerta di film sarebbe stata particolarmente debole, caratterizzata da titoli poco convincenti. Secondo Variety, questo trend aggraverebbe una situazione già difficile attorno al cinema indipendente. Basti pensare che l’anno scorso sono stati solo quattro i titoli acquisiti al Sundance in grado di superare i 4 milioni di dollari d’incasso in Nord America. Quest’anno l’acquisizione maggiore riguarda il controverso Assassination Nation di Sam Levinson, venduto a AGBO e a 30West per 10 milioni di dollari. Tra gli altri accordi siglati (a cifre sensibilmente inferiori) per il mercato statunitense troviamo Puzzle di Marc Turtletaub, andato a Sony Pictures Classics per 5 milioni, il biopic con Keira Knightley Colette, venduto a Bleecker Street e 30West per 4 milioni, e Blindspotting, ceduto a Lionsgate per 3 milioni. Tra i grandi assenti di quest’anno figurano soprattutto Amazon, Netflix e Fox Searchlight, che attualmente non hanno ancora acquisito nessun film. In particolare, Amazon sembrerebbe scontare le dimissioni di Roy Price (coinvolto in uno scandalo di molestie sessuali). Ma la società sarebbe anche in procinto di cambiare la propria linea editoriale (http://www.e-duesse.it/News/Cinema/Amazon-Studios-cambia-strategia-225068), spostandosi dal cinema indipendente a quello più commerciale. Anche Fox Searchlight, che negli scorsi anni ha comprato titoli quali Patti Cake$, The Birth of a Nation e Quel fantastico peggior anno della mia vita, in quest’edizione ha preferito tenersi in disparte. Allo stesso tempo, alcune società neonate come 30Pass e MoviepPass hanno concluso diverse operazioni, sfruttando un terreno sgombro da grossi concorrenti. Probabilmente molti accordi si chiuderanno solo al termine del festival e una volta assegnati i premi.
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