Tutela dei minori al cinema, la classificazione dei film

Ha preso il via in commissione Cultura della Camera l’esame dello schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di tutela dei minori nel settore cinematografico e audiovisivo. Relatrice è la responsabile cultura del Partito democratico, Anna Ascani, che illustrando il testo ha preannunciato l’intenzione di esprimere un parere favorevole sul provvedimento. Come riporta il sito Agcult.it, lo schema di decreto all’esame, composto di 13 articoli, “delinea un nuovo sistema di tutela dei minori nella visione di opere cinematografiche e audiovisive, ispirandosi ai princìpi di libertà e di responsabilità, tanto degli imprenditori del settore cinematografico e audiovisivo, quanto dei principali agenti educativi, tra i quali in primo luogo la famiglia”, ha dichiarato la deputata dem. Il nuovo sistema “prevede una classificazione più flessibile, maggiormente conforme alle diverse tipologie di opere e coerente con il generale allargamento del pubblico in sala, che comprende oggi anche bambini molto piccoli e introduce il principio di responsabilizzazione degli operatori cinematografici, che sono chiamati a individuare la corretta classificazione dell’opera in base alla fascia d’età del pubblico destinatario e a sottoporla alla validazione di un apposito organismo di verifica, la Commissione per la classificazione delle opere cinematografiche, che va a sostituire le attuali sette Commissioni per la revisione cinematografica”. La classificazione, disciplinata dall’articolo 2 dello schema, è definita ora in base al pubblico di destinazione, nel modo seguente: a) opere per tutti; b) opere non adatte ai minori di anni 6; c) opere vietate ai minori di anni 14; d) opere vietate ai minori di anni 18. “La scelta di una maggiore flessibilità nella definizione delle fasce di età cui un film può essere destinato – ha spiegato la Ascani – è volta ad assicurare una tutela più puntuale ed efficiente della sensibilità dei minori di età infantile e preadolescenziale cui è oggi destinata una larga fetta di produzione cinematografica”.

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