Unifrance, 17 milioni di spettatori in Cina nel 2014

Quella di ieri a Cannes è stata la giornata degli incontri Francia-Cina nella quinta edizione dei China Day organizzati dal Cnc e dal Marché du Film. Nel suo saluto introduttivo, il presidente del Centre National du Cinema, Frédérique Bredin, ha ricordato “la vocazione internazionale del Cnc. Nel nostro lavoro la Cina sta diventando un partner strategico. Il suo mercato è in costante crescita ed è fondamentale per le nostre coproduzioni. Abbiamo siglato otto accordi coproduttivi con Pechino; di questi, uno è già diventato un film, quattro sono in fase di sviluppo”. Yin Fun, direttore del Centro Culturale cinese a Parigi ha ricordato che “il box office da noi cresce del 30% ogni anno. I primi mesi del 2015 hanno registrato un segno + del 46% per un totale di oltre 2 miliardi di euro di incasso. In media i cinesi vanno al cinema 0,6 volte in un anno; abbiamo quindi ancora molto lavoro da fare per continuare a crescere”. Jean-Paul Salomé, presidente di Unifrance ha ricordato che “nel 2014 i nostri film in Cina hanno raccolto 17 milioni di spettatori contro i 5 milioni del 2013”. Quest’anno, poi, si è rivelato un grande successo il film franco-cinese L’impero dei lupi che ha totalizzato più di 200 milioni di dollari in Cina. Cary Cheng è il responsabile internazionale della produzione e della distribuzione di Wanda Group “che è anche il secondo circuito mondiale con oltre 6mila schermi. Nel 2017 la Cina punta ad essere il primo mercato in quanto a numero di sale cinematografiche”, ha specificato il manager. Cheng si è poi soffermato sul mercato cinese “ricordando che l’età media di chi va al cinema da noi è di 18-30 anni, una situazione diversa rispetto ai mercati europei come quello francese dove l’età media è ben più alta. Sono soprattutto i grandi blockbuster americani o i film spettacolari cinesi quelli di maggior successo. C’è poco spazio per la qualità. Anche da noi le regole del mercato sono ferree: se un film non va bene, viene smontato”. Gary Mak, Ceo della Broadway Cinemateque, cineteca attiva in Cina, ha fatto l’esempio di Wong Kar-wai, grande autore “i cui film, però, trovano poco spazio nelle sale tanto è vero che non escono in più di 50 schermi. Kar-wai si è spesso lamentato di questa situazione chiedendo maggior supporto”. Olivier Grandjean, a capo del circuito francese Pathé-Gaumont che vanta oltre 1.000 sale tra Francia, Svizzera e Paesi Bassi, ha ricordato come missione dei cinema francesi sia quello di valorizzare la diversità: “In Francia ci sono cinema in cui è possibile trovare in quattro sale uno stesso film. Però il Cnc ha stabilito una regola: un film non può occupare più del 25% delle sale di un cinema. Questo favorisce la possibilità di proporre più film al nostro pubblico; diversifichiamo la nostra offerta. Singolare la situazione di Wong Kar-wai che in Cina non riesce ad avere visibilità per i suoi film mentre in Francia ottiene sempre grande visibilità; è un cineasta molto importante per noi”. Sempre in tema di sale d’essai, da registrare l’intervento di Michel Ferry del mini-circuito di qualità Cinéma des Carmes: “In Francia ci sono 1.500 cinema art essai per 2.600 schermi, oltre il 50% del totale delle sale nazionali. Molti di questi schermi sono monosale in profondità. E sono proprio questi cinema a poter garantire teniture e protezione a film di qualità che nelle città faticherebbero di più”.

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