Vanzina, il cinema italiano deve uscire anche in estate

In una lettera inviata a La Stampa di oggi, lo sceneggiatore Enrico Vanzina lancia «un grido di allarme che riguarda la vita del cinema italiano contemporaneo». Ovvero il tema delle uscite estive della nostra produzione. «Fino a poco tempo fa, in Italia, quando arrivava l’estate, i cinema chiudevano per ferie». Il mondo però è cambiato, scrive lo sceneggiatore. Le multisale programmano cinema in estate e «il merito va anche alla politica delle grandi major americane che hanno distribuito, con risultati eccellenti, i loro film nuovi e importanti a giugno, luglio e agosto». A queste considerazioni segue l’affondo di Vanzina sul cinema italiano che si rifiuta di uscire in estate: «Come mai? Semplice, in estate produttori e autori nostrani temono di incassare meno. E quindi si concentrano, con ottusa visione lobbistica, nei mesi autunnali, invernali e primaverili. Così creano un danno irreparabile sia al cinema italiano che a tutto il sistema. Questa loro ottusità, infatti, provoca per nove mesi l’anno, un affollamento di titoli nelle sale. E ciò impedisce il sano sfruttamento economico di ogni singolo film. Tutti lo sanno ma nessun cineasta italiano è pronto a sacrificarsi per il bene comune». Conclude Enrico Vanzina facendo riferimento anche alla sua esperienza personale: «Negli ultimi anni, mio fratello Carlo ed io abbiamo intuito la gravità del problema decidendo di fare uscire alcuni dei nostri film in estate. Un’estate al mare e Un’estate ai Caraibi sono stati grandi successi. Altri hanno faticato un po’. Ma questa è la via giusta da percorrere. Se altri colleghi non seguiranno questa strada, il fatturato del cinema italiano sarà destinato a scendere sempre più in basso. L’anticamera di una crisi nera».

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