È calata di più la spesa alimentare che quella non food
Si è tenuta ieri, a Milano, l’edizione 2017 dell’Osservatorio Non Food di GS1 Italy, dal titolo emblematico: “10 anni di digitalizzazione: cosa buttiamo, cosa teniamo, cosa dobbiamo ancora fare” a sottolineare già da subito da una parte quanto il mondo del retail è cambiato in questa decade portando per cominciare format commerciali e polarità, ma anche modelli di shopping che sembravano assolutamente dieci anni fa inossidabili – vedi ipermercati – ad andare in crisi e altri ad affacciarsi e poi affermarsi in maniera preponderante sull’onda soprattutto della Rivoluzione della Rete; dall’latra quanto molto è ancora da costruire. L’Osservatorio per prima cosa ha però gli effetti della crisi partita nel 2008 (e non ancora terminata) sui consumi per l’appunto no food. Per cominciare i consumi sono stati in calo: a livello totale si sono infatti contratti in questo lasso di tempo di oltre il 12% a valore. Se la spesa food è calata però del 12,6%, quella non alimentare è decresciuta anche lei, ma del 10%, e con luci e ombre. Sul fronte delle ombre troviamo l’abbigliamento, le calzature ma anche il tessile per la casa che hanno subito un vero crollo, dal momento che questi tre mondi hanno visto una sforbiciata della spesa del 25%. È del 15% il calo dei consumi nel mondo casa, anche se il bosnus mobili ha dato una mano negli ultimi anni. Cala anche la spesa per i prodotti technical del 6,7%, ma cresce lo shopping di piccolo elettrodomestici e di telefonia. Il mondo che ha visto però un deciso sviluppo è quello del “bellessere”, come lo hanno definito i ricercatori, ovvero quelle categorie legate al benessere e all’estetica, in testa sporto e profumeria. Più tiepido, infine, lo sviluppo dell’area edutainment, ovvero legata all’educazione e all’entertainment.
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