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“La rete a banda larga mobile rischia il collasso” Questo l’allarme senza sfumature lanciato niente meno che da Corrado Calabrò, presidente dell’Agcom (Autorità garante delle comunicazioni, con una paltea di tutto riferimento: il Parlamento. Il presidente ha sottolineato che gli investimenti degli operatori sono troppo contenuti rispetto al parco istallato, composto da un numero sempre più ampio di mobile device e di conseguenza ha anche esortato il governo a liberare nuove frequenze per la banda larga mobile, che risulta non solo sempre più lenta – e quindi ben al di sotto delle performance dichiarate dalle telecom – ma anche satura e quindi a rischio blackout. Calabrò ha puntato a sensibilizzare il governo sulla messa a disposizione di alcune frequenze liberate dal passaggio al digitale terrestre ma ha chiesto anche che “entro il 2015 inoltre è opportuno che un’asta del governo ne renda disponibili altre, come del resto richiesto anche dalla UE”. Calabrò ha poi enfatizzato il ritardo del nostro Paese nello sviluppo della banda larga di nuova generazione, puntando il dito anche sugli operatori che continuano a muoversi in ordine sparso con pericolose dispersioni per i loro conti ma con impatti negativi anche sul Paese. L’Agcom è chiara quindi: se non si farà sistema, “non si riuscirà ad uscire dall’impasse che sta fermando il Paese di fronte all’impossibilità di portare su un fronte comune i grandi gruppi interessati agli investimenti ed al mercato della banda larga”. Nello specifico Calabrò non si è espresso ma sembra chiaro che l’autorità garante confida nella riuscita del tavolo tecnico convocato dal vice ministro Romani, affinchè Telecom Italia compia un passo nella direzione di “2010 Fibra per l’Italia” (Fastweb, Wind, Vodafone, Tiscali) e le parti trovino un piano comune. “L’Italia non cresce da 15 anni. La crescita dei Paesi è legata a fattori strutturanti fondamentali. La rivoluzione della larga banda è comparabile con le grandi rivoluzioni industriali del secolo scorso. Investire in banda larga, insomma, significa aumentare le occasioni di mercato e ridurre i costi” è stato sottolineato nella relazione. Secondo quanto riportato da numerosi siti l’a.d. di Telecom Italia ha dichiarato: “In Italia non c’è alcun rischio. Noi e altri operatori stiamo facendo grandi investimenti per la connessione in fibra ottica delle stazioni radiomobili per aumentare la potenza e la capacità della rete”. Al contrario, Paolo Bertoluzzo, vertice di Vodafone Italia concorda con Calabrò: “Il traffico sta crescendo e ogni operatore deve investire e trovare le soluzioni commerciali e tecniche perchè i consumatori abbiano il servizio per il quale hanno pagato”.
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