Csil: crescita dell’1% per il settore del mobile
Per il settore del mobile, in Italia, il 2015 ha segnato la fine della caduta dei consumi e per il prossimo triennio si prospetta una crescita di circa l’1%. È questa la previsione dell’istituto di ricerca Csil, che venerdì scorso ha presentato le proprie analisi sugli anni a venire. Sara Colautti, socia di Csil, ha descritto un “clima di fiducia da parte delle famiglie già migliorato, anche sull’opportunità all’acquisto di beni durevoli. Altre notizie positive vengono dal mercato delle compravendite immobiliari, salito del 6,7% nel 2015 e che dovrebbe crescere del 5,8% nel 2016”. Oltre a questi fattori, per l’acquisto di mobili hanno fatto e faranno da traino anche il bonus Mobili e ristrutturazioni e il contenimento dell’inflazione. Per il 2016 si prevede un “consolidamento delle tendenze registrate nel 2015: il mercato interno mostrerà i primi segnali di crescita (+1,2% in termini reali), sostenuto dall’andamento sempre positivo delle vendite sui mercati internazionali nonostante un rallentamento della domanda estera. Il reddito delle famiglie è previsto in crescita dell’1,6%. Le esportazioni cresceranno del 4%”. Nel 2017 “la domanda interna beneficerà anche della ripresa degli investimenti in edilizia residenziale, del miglioramento delle condizioni creditizie e del calo del tasso di disoccupazione”. Infine, per il 2018 è previsto un incremento dell’economia italiana dell’1,3% e per il settore del mobile “una nuova crescita del mercato interno sostenuta anche dal buon andamento del mercato del lavoro, dalla ripresa del mercato immobiliare e da esigenze di sostituzione”.
Stefania Tomasini, responsabile delle analisi e previsioni per l’economia italiana di Prometeia, che ha allargato l’orizzonte dal settore del mobile all’economia nel suo complesso, ha sintetizzato con la parola ‘desincronizzazione’ la fase congiunturale che stiamo vivendo a livello mondiale: “Nel 2015 sono arrivate da un lato notizie sempre più allarmanti da parte delle economie emergenti come la caduta della borsa cinese, le difficoltà del Brasile, la recessione in Russia. Contemporaneamente abbiamo avuto notizie sempre migliori da parte delle economie avanzate come Stati Uniti, Europa e soprattutto Italia, dove la ripresa si è davvero avviata”. Il dato positivo, spiega Tomasini, è che in Italia “sono aumentate le imprese con diversificazione geografica delle esportazioni”. La tavola rotonda del seminario è stata dedicata all’“Italia che investe”, coinvolgendo una serie di realtà che in questi anni di crisi hanno continuato a investire e non si sono lasciate cogliere impreparate dalla ripresa. Tra queste Meneghetti-Fulgor Milano e la rete Vede.
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