Il retail tradizionale vince col servizio
Si è svolto ieri a Milano il “Meeting dei negozi di mobili: come orientarsi tra sfide e opportunità”, organizzato da Federmobili. Il presidente dell’associazione, Mauro Mamoli, ha fatto gli onori di casa, introducendo l’incontro con uno spaccato della situazione del mercato dei mobili, dove si moltiplicano i competitor dei rivenditori tradizionali, che nel 2013 veicolavano il 62% delle vendite di arredo (fonti Csil): distribuzione despecializzata, catene in fanchising, contract, Grande distribuzione specializzata. I cali delle vendite sono stati pesanti a partire dalla crisi, coinvolgendo tutte le formule di retail, fino a un -5,5% nel 2013, sicuramente meno pesante del -10,5% del 2012. I negozi indipendenti hanno sofferto più di altri: tra il 2007 e il 2013 sono passati da un peso del 72% a livello di vendite a valore al 62%, come si accennava, contrastati da una Grande distribuzione specializzata che è salita dal 20% al 27%. Mamoli però ha fatto notare che il settore dove ha tenuto meglio il retail tradizionale è la vendita di cucine, con un peso a valore del 75% circa. Ciò significa che “dove il cliente ha bisogno di consulenza rimaniamo imbattibili, dunque occorre puntare sempre di più sul servizio”. Attualmente, sempre secondo i dati forniti durante l’incontro, il settore della distribuzione di mobili è composta da 18 mila punti vendita, un fatturato di 14 miliardi di euro e un’occupazione che supera i 50 mila addetti. Il meeting è stato anche un momento di informazione e scambio di conoscenze: esperti di nuovi sistemi di comunicazione hanno portato suggerimenti sui metodi di ingaggio dei clienti attraverso l’on line e i social, ma non solo, mentre un panel di rivenditori e produttori si è confrontato sulle proprie singolari strategie e l’approccio ai consumatori.
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