Diritti connessi, Nuovo Imaie esprime forte preoccupazione per bozza decreto

Sul sito del Dipartimento Editoria e Informazione del Governo è stata pubblicata la bozza di Decreto del Presidente di Consiglio dei Ministri, di attuazione dell’art. 39 del c.d. Decreto Liberalizzazioni (legge 27/2012) relativamente ai diritti connessi. Nuovo Imaie a tal proposito, attraverso una nota stampa, esprime «la massima preoccupazione della categoria per i contenuti del provvedimento che, in assenza di adeguati correttivi, rischia di paralizzare l’azione di riscossione e l’intero funzionamento del mercato». «A oggi», prosegue il comunicato «rimangono lasciati in sospeso e inevasi aspetti fondamentali. Senza entrare nel merito dei requisiti minimi cui le imprese che intendano intermediare il diritto connesso dovranno sottostare, ciò che allarma è che la bozza del decreto lascia irrisolte una serie di questioni che rischiano di paralizzare totalmente il settore. Non viene garantita la tutela mutualistica della categoria: è vitale la salvaguardia all’attività di stampo pubblicistico, prevista dalle leggi vigenti. Non viene configurato un modello di competizione equilibrato: non è ammissibile teoricamente, né percorribile praticamente la frammentazione dei soggetti deputati a determinare i compensi con gli utilizzatori e a determinare i parametri che regolano l’identificazione degli aventi diritto, la qualifica degli stessi come artisti primari o comprimari e la determinazione dei criteri di ripartizione dei compensi ad essi spettanti. Non viene fornita alcuna chiarezza sui diritti acquisiti: è essenziale una norma transitoria che chiarisca che si intendono fatti salvi gli accordi stipulati prima dell’entrata in vigore del decreto, sotto il regime della precedente normativa e per periodo di competenza. In assenza dei suddetti chiarimenti, l’intera categoria artistica sarà penalizzata dal blocco dell’attività di riscossione e di ripartizione dei compensi oltre che vittima dei contenziosi legali». Il presidente Andrea Micciché afferma: « Ci auguriamo che Agcm prima e il Governo poi comprendano queste ragionevoli esigenze, al fine di configurare un quadro regolatorio chiaro, esaustivo, equo e finalizzato a garantire la piena tutela dei diritti spettanti per legge all’intera categoria artistica e a definire un modello di mercato sostenibile ed efficiente».

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