La Rai deve rimanere pubblica
«La privatizzazione della Rai? Non è un tema che abbiamo sul tavolo». Lo assicura in un’intervista a “Il Messaggero” il viceministro dello Sviluppo economico Antonio Catricalà, osservando che «sulle parole del ministro Saccomanni c’è stata un’evidente forzatura: incalzato da Fabio Fazio, si è limitato a non escludere nulla». Ma «posso garantire che non c’è alcun dossier sulla privatizzazione della Rai. Al contrario, abbiamo intrapreso una serie di azioni che non possono essere interpretate come volontà di privatizzare, ma intendono invece mettere ordine e rafforzare la tv pubblica». «La Rai – ricorda – è sottoposta ad un contratto di servizio. La legge Gasparri tecnicamente prevedeva questa possibilità ma ora sarebbe intempestivo parlare di privatizzazione a due anni dalla scadenza della concessione Rai, il 6 maggio 2016, che andrà rinnovata». Peraltro, «non è un tema che possa essere affrontato dal Governo bensì dal Parlamento, anche perché sarebbe, semmai, necessario rivedere la governance». Comunque, «il contratto di servizio che stiamo portando avanti prevede nuove mansioni e sacrifici per la tv pubblica», che «deve diventare uno strumento nell’attuazione dell’Agenda digitale, contribuire alla diffusione della cultura digitale nel Paese». E poi «vietare la pubblicità nei programma per bambini in età prescolare». Senza contare il “bollino” per «rendere riconoscibili e valorizzare i programmi finanziati con il canone», «per consentire a chi lo paga di controllare come sono spesi i suoi soldi. Se c’è una verifica pubblica su come viene speso il canone, il Governo ha una legittimazione in più per colpire gli evasori».
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