Par condicio anche per gli opinionisti
Il consiglio di Agcom ha approvato lo schema di regolamento sulla par condicio, che verrà applicato in vista delle elezioni del 4 marzo. Per la prima volta viene imposto anche alle tv commerciali l’obbligo di garantire, «laddove il format della trasmissione preveda l’intervento di un giornalista o di un opinionista a sostegno di una tesi, uno spazio adeguato anche alla rappresentazione di altre sensibilità culturali in ossequio al principio non solo del pluralismo, ma anche del contraddittorio, della completezza e dell’oggettività dell’informazione stessa, garantendo in ogni caso la verifica di dati e informazioni emersi dal confronto» (art. 7, comma 4). Una norma che Rai applica dal 2013, ma che per la prima volta viene fatta valere anche per le altre tv.
Per quanto riguarda gli esponenti politici, rinunciare a un confronto non darà diritto a un incremento di spazi in altre occasioni: «L’eventuale assenza di un soggetto politico non pregiudica l’intervento nelle trasmissioni degli altri soggetti, anche nella medesima trasmissione, ma non determina un aumento del tempo ad essi spettante. Nelle trasmissioni interessate è fatta menzione della rinuncia» (art. 3, comma 3).
Ogni settimana verranno pubblicati sul sito dell’Authority i dati di monitoraggio, che verranno trasmessi alle emittenti per correggere eventuali disequilibri o anomalie entro la settimana successiva. «La verifica», si legge nella nota Agcom, ««riguarderà il tempo di parola dedicato alle diverse posizioni politiche nei notiziari e nei programmi di approfondimento informativo diffusi da ciascuna testata, tenuto conto del format, della periodicità di ciascun programma nonché della collocazione delle trasmissioni nelle diverse fasce orarie del palinsesto. In sede di valutazione si terrà conto anche del tempo di notizia fruito da ciascun soggetto politico».
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