Casadonte: «Vi racconto la scalata del Magna Graecia Film Festival»

Il co-creatore e direttore artistico organizza da 20 anni questa manifestazione che porta in Calabria il cinema italiano e internazionale, tra opere prime e grandi ospiti

«La Calabria è un luogo meraviglioso, sorvolandolo in aereo si vedono montagne, colline e una costa stupenda. Tenete questi luoghi come un segreto, così da preservarne la bellezza il più a lungo possibile». A dirlo non è stato un turista qualsiasi, ma una star internazionale come Richard Gere, uno dei tanti nomi che nel corso degli ultimi 20 anni hanno potuto scoprire la punta dello stivale italiano grazie ad un evento come il Magna Graecia Film Festival, arrivato a festeggiare ad agosto 2023 il suo ventennale. Due decenni che il direttore artistico, fondatore, produttore cinematografico e teatrale Gianvito Casadonte e il fratello Alessandro hanno passato a modellare la loro creatura, a farla crescere sempre di più guidati da un sogno: mettere la Calabria sulle mappe del cinema italiano e internazionale, per offrire con amore e passione un racconto diverso della propria terra. È stato questo, sin da subito, il motore principale del festival che sì è dedicato alle prime opere di autori emergenti sul territorio calabro, ma al contempo ha saputo attrarre decine e decine di grandi attori e attrici internazionali. Una manifestazione costruita dal basso, pezzo dopo pezzo, risparmio su risparmio e oggi diventata un appuntamento importante per il mondo del cinema e alla quale si sono affiancate altre iniziative sempre pensate per i più giovani, come il Magna Graecia Experience, progetto che prevede incontri formativi per gli studenti delle scuole secondarie ora arrivato alla sua terza edizione. Di tutto questo, ne abbiamo parlato con il diretto interessato Gianvito Casadonte.

(© courtesy of Magna Graecia Film Festival)

Nel 2004 lei ha creato, insieme a suo fratello, il Magna Graecia Film Festival, dedicato alle opere prime e seconde, e volto a valorizzare il giovane cinema italiano e internazionale. Com’è nata quest’avventura e com’è riuscito a coronare il suo sogno?
Tutto parte da una questione quasi familiare: mi stavo laureando a Roma e sarei dovuto partire per gli Stati Uniti, quando mia madre si è ammalata e sono tornato in Calabria. Dopo aver fatto alcune produzioni televisive, con i soldi messi da parte ho deciso di investire in un’impresa culturale, ovvero nel Magna Graecia Film Festival. L’operazione è partita da Soverato nel 2004 con grandissime difficoltà: c’era grande mancanza di visione e la gente non riusciva a immaginare che si sarebbe potuto realizzare un festival del genere. Non conoscevano neppure la differenza tra opera prima e anteprima. È stata una bella sfida. Mio fratello e mia moglie mi hanno sempre sostenuto e accompagnato in un percorso difficilissimo, e da lì ho iniziato a costruire, a farmi ricevere e ascoltare… Ai giovani voglio far capire che ci vuole sacrificio, rischio, un background strutturato e adeguato, non ci si improvvisa. Ora è pieno di Festival in giro, a quel tempo no.

Richard Gere sul palco del Magna Graecia Film Festival 2022, premiato con la Colonna d’Oro alla carriera

Ettore Scola e Mario Monicelli hanno creduto sin da subito nel suo progetto.
Quella è stata la vera svolta: avere avuto grandi maestri che hanno creduto e sostenuto l’idea di un ragazzo come me. Ettore è venuto per otto anni consecutivi, Mario per 2 o 3 a più di 90 anni. Allora facevo tutto io, ero una specie di “uomo sandwich” che andava in giro con una camicia con stampati sopra tutti gli sponsor. Cercavo così i soldi. Abbiamo iniziato con i miei risparmi, giocandomi anche la buonuscita di mio padre per pagare tutto. È stata una macchina complicata da avviare. Ora i meccanismi sono tutti collaudati, ma a 24 anni non era facile. Anni dopo, diversi politici hanno fatto mea culpa per non aver creduto sin da subito in questo progetto (conservo ancora gelosamente un messaggio di un ex Presidente della Regione). Ma nonostante grandi come Scola siano venuti qui e abbiano dato fiducia al Magna Graecia Film Festival, ci sono voluti anni per consolidare questo evento e non ricevere solo un contentino in termini di sostegno.

Russell Crowe quest’anno si è esibito in anteprima nazionale a Catanzaro per i 20 anni del Magna Graecia

Oggi si sente supportato adeguatamente da MiC, regione e comune?
Assolutamente sì, il Ministero è venuto e ha visto cosa ho realizzato, spero continuerà a farlo. Così come la Regione e il suo presidente Roberto Occhiuto, e anche la Calabria Film Commission. Stiamo dando vita anche a diversi progetti collaterali insieme a MiC, Regione, Calabria FC e Comune di Catanzaro. Il problema è dover competere ai bandi con manifestazioni che, senza togliere nulla a loro, non c’entrano nulla con la nostra anima votata a promuovere cinema e serialità. Mi auguro che in futuro vengano introdotti strumenti di tutela per questo percorso con oltre 20 anni di storia e che ha portato in Calabria il gotha del cinema.

Qual è l’indotto economico del festival sul territorio, quante persone attrae e cosa rappresenta per la regione Calabria?
L’indotto è enorme. Ogni euro investito viene triplicato, come certificato da tutte le operazioni. Alberghi e ristoranti pieni, giovani che lavorano. Abbiamo un team di 150 persone che realizza ogni anno il Magna Graecia, composto anche da autisti, hostess, project manager, avvocati, commercialisti, responsabili audio e video. Per costruire il villaggio sono necessari 25 giorni di lavoro: tutto viene ricostruito da zero per ogni edizione. Per la Calabria questo evento rappresenta la narrazione di una regione che vuole raccontarsi in maniera diversa, grazie anche alle tante star. Richard Gere, Susan Sarandon, Russell Crowe, Oliver Stone, Matt Dillon, John Landis e Richard Dreyfuss sono solo alcuni dei talent internazionali che ha portato al Magna Grecia.

Susan Sarandon insieme a Gianvito Casadonte

Come ha convinto queste star a venire alla sua manifestazione?
Ci sono persone che lavorano per me in Europa e all’estero, come la mia co-direttrice Silvia Bizio (con cui ho anche co-diretto il Taormina Film Fest), altri manager e PR che lavorano e conoscono il festival.

Come si sposano i grandi talent italiani e internazionali con il focus principale del festival, ovvero quello dei giovani artisti?
Di solito la presenza dei grandi talent rientra sempre nell’alveo di una retrospettiva, un omaggio o una masterclass specifica.

In che modo accompagnate i giovani autori durante l’anno e favorite la circuitazione di opere prime e seconde nei cinema?
Senza di noi queste opere non sarebbero viste da nessuno. Siamo una sorta di distribuzione delle opere prime italiane e internazionali in una terra dove altrimenti non arriverebbero. Svolgiamo una funzione di cassa di risonanza. Anche perché i giovani autori a volte impiegano quattro anni per realizzare un’opera prima che poi rischia di finire nel dimenticatoio. Il nostro obiettivo è scoprire film che riteniamo validi e valorizzare il talento di questi giovani.

Voi portate avanti questo impegno con un’altra iniziativa come il Magna Graecia Experience. Come è nata e qual è il suo obiettivo?
L’obiettivo dell’Experience è quello di coltivare il pubblico del futuro, far comprendere ai ragazzi quanto sia importante il cinema. Andare nelle scuole e creare esperienze da far vivere attraverso l’audiovisivo, penso sia una delle cose più belle che abbia fatto. Così come distogliere l’attenzione dei giovani dai social e portarli a scoprire il magico mondo del grande schermo. Ogni anno affrontiamo vari temi con Magna Graecia Experience (nell’ultima edizione era la guerra), ma anche la disabilità e una serie di argomenti vicini a loro che spesso non hanno la possibilità di approfondire.

Il regista Oliver Stone sul palco della manifestazione

Educare i giovani alla settima arte è essenziale per formare nuove leve. Come si potrebbe migliorare su questo fronte su scala nazionale?
Noi lo facciamo attraverso il Magna Grecia School. Portiamo nelle scuole alcuni addetti ai lavori per raccontare la professione di registi, sceneggiatori, direttori della fotografi, ecc. Da ragazzo pensavo anch’io che il cinema fosse solo fare l’attore, non comprendevo il ruolo del produttore o di altre figure. Bisogna mettere in mano ai ragazzi gli strumenti per comprendere la vastità della settima arte.

Come si potrebbe migliorare la situazione del sistema cinema in Calabria?
Sono stati fatti enormi passi in avanti grazie a Calabria Film Commission, che sta realizzando nuovi studios a Lamezia Terme, compresa una grande piscina per le riprese. Il direttore Luciano Vigna e il commissario Antongiulio Grande stanno facendo un grande lavoro, portando avanti progetti imponenti per la crescita, consapevoli dell’importanza di un biglietto da visita come il cinema. Sicuramente le sale cinematografiche necessiterebbero di un maggior sostegno. Con mio fratello stiamo cercando di crearne una nostra e siamo alla ricerca della location. Vorremo proiettare film di grande qualità, non solo blockbuster e cinecomic, così da allargare gli orizzonti.

Ci racconti anche della sua attività di produttore e dei suoi progetti futuri.
Ho prodotto opere molto piccole, ma ho avuto anche il piacere e l’onore di produrre tanti anni fa l’evento speciale alla Biennale di Mario Monicelli. Vorrei continuare a realizzare produzioni interessanti, sono sempre alla ricerca di nuove strade.  Ma la mia attenzione è focalizzata sul Magna Grecia Film Festival, essenziale per il territorio calabro in termini di cultura e indotto economico.

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