Federazione del cinema, favorevoli e contrari

La proposta di Paolo Protti, su ‘Box Office’ del 15 dicembre scorso, di creare una Federazione del Cinema non è passata inosservata. E ha generato reazioni diverse. Dietro un apparente distacco, tra le sigle di associazione di esercizio la proposta dell’ex presidente Agis non è stata accolta con grande entusiasmo: non viene considerata una priorità, rispetto agli attuali problemi del mercato, creare una nuova struttura di coordinamento tra esercenti delle varie anime – Anec, Anem, Fice, Acec – e Anica. Box Office ha raccolto le dichiarazioni, nel nuovo numero (targato 15/30 gennaio), in distribuzione nei prossimi giorni, dei responsabili delle varie sigle associative. Per Lionello Cerri (presidente Anec), occorre prima «definire i temi comuni, poi parleremo di organizzazione», anche se sottolinea l’attuale sintonia con Anica, mentre secondo Carlo Bernaschi (presidente Anem), «bisogna vedere cosa vogliono le associazioni per il futuro: vogliono essere forti e rappresentare qualcosa? Parlare una sola lingua è una conseguenza; ma se non riusciamo tra esercenti, com’è possibile farlo con produttori e distributori?». E se per Mario Lorini (presidente Fice), «occorre proseguire un lavoro già in atto e trovare una sintesi sugli argomenti che trattiamo», anche per Francesco Giraldo, segretario Acec, i contenuti devono avere la precedenza: «La proposta ha un suo peso, purché non sia strumentale. Non bisogna avere fretta, meglio verificare gli obiettivi comuni».Apre invece, con entusiasmo alla proposta di Protti il presidente Anica Riccardo Tozzi, che rilancia: la federazione, da allargare anche ad altri soggetti, deve essere varata con urgenza, magari prima delle elezioni politiche: «Occorre coinvolgere anche gli autori. E serve alla guida una figura di profilo molto alto».

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