Circuiti cinematografici nel mirino delle piattaforme?

Con i circuiti cinematografici indeboliti dalla pandemia, i servizi streaming potrebbero cogliere l'occasione per acquisire una o più catene, espandendo il proprio modello dal virtuale al fisico

Di seguito un estratto dell’articolo dal titolo “Cinema nel mirino delle piattaforme?”, pubblicato su Box Office del 15-30 aprile (n. 7-8). Per leggere il testo integrale, scaricare la versione digitale dall’app di Box Office su Google Play e App Store, o abbonarsi direttamente alla versione cartacea della rivista.

Se fosse una partita a scacchi, oggi il cinema sarebbe la torre, pilastro storico dell’entertainment, mentre la piattaforma streaming sarebbe l’alfiere, pedone agile e imprevedibile in grado di stravolgere in un attimo le sorti della partita e di mettere in scacco il re. Immaginandoci spettatori di questa partita, viene da chiedersi quale sarà la prossima mossa dell’alfiere per conquistare nuovi spazi nel panorama audiovisivo. E anche se nessuno possiede la sfera di cristallo, un’ipotesi realistica potrebbe essere quella di mangiare la torre. Sempre più analisti, infatti, concordano che una delle prossime mosse dei servizi on demand potrebbe essere proprio l’acquisizione di uno o più circuiti cinematografici. Ma cinema e streaming non sono business in contraddizione tra loro? Quali sarebbero i vantaggi di una piattaforma nella gestione di sale cinematografiche? Presto detto.

(© Getty Images)

DAL VIRTUALE AL FISICO

Un fenomeno ormai acclarato è il costante incremento del budget annuale allocato dalle piattaforme per acquisire e/o produrre film e serie Tv da distribuire in esclusiva sulle proprie piattaforme. Basti pensare che Ampere Analysis stima in 230 miliardi di dollari gli investimenti complessivi che saranno sostenuti nel 2022 dai servizi on demand per la produzione di contenuti audiovisivi, con Comcast, Disney e Netflix in testa. Ma se al momento questi contenuti foraggiano in esclusiva i cataloghi on demand, in futuro queste opere potrebbero trovare spazio anche sul grande schermo – in contemporanea o meno sarà tutto da vedere – attraverso circuiti di proprietà delle stesse piattaforme. Certo, oggi i servizi streaming che avrebbero maggiore convenienza nell’acquisizione di catene cinematografiche sarebbero indubbiamente Netflix, Apple Tv+ e Amazon Prime Video (specialmente gli ultimi due, avendo alle spalle veri e propri colossi che possono contare su enormi risorse e su un core business che non poggia sulla settima arte), ovvero quei gruppi non appartenenti a grandi studios hollywoodiani e che potrebbero sfruttare i cinema come trampolino di lancio per i propri servizi on demand. Infatti, anche se nel 2020 è arrivato il via libera per le major americane che intendono acquisire dei cinema, al momento non è stato registrato nessun movimento da parte loro. Come mai? Sicuramente influiscono l’incertezza di questo momento storico e i due anni di emergenza sanitaria che hanno trasformato l’esercizio nell’anello più debole della filiera. Inoltre, oggi gli studios devono far fronte agli enormi investimenti (con relative perdite) per il lancio delle proprie piattaforme – pensiamo a Disney+, HBO Max, Peacock e Paramount+ – e per la produzione di film e serial in esclusiva. Per questo acquisire o prendere in gestione un circuito sarebbe l’ennesimo rischio non calcolato con più incognite che certezze. In futuro, quindi, sarà più probabile che le insegne dei circuiti saranno brandizzate “Netflix Cinemas”, “Apple Theatres”, o “Amazon Entertainment”.

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FIN TROPPI VANTAGGI PER LE PIATTAFORME

Entrando nel concreto, quali sarebbero i reali vantaggi delle piattaforme in questo cammino verso il mondo fisico? Indubbiamente molteplici. Innanzitutto, i titoli distribuiti all’interno del proprio circuito cinematografico sarebbero ulteriormente legittimati a concorrere per i premi cinematografici più prestigiosi, Oscar in primis, senza dover “combattere” per trovare spazio all’interno di un esercizio schierato apertamente contro le piattaforme. Fino a oggi, infatti, piattaforme come Netflix si sono trovate nelle condizioni di dover cercare sale che accettino di proiettare i propri film in contemporanea con la release in streaming, così da poter etichettare questi titoli come “uscite theatrical” ed entrare in lizza per importanti riconoscimenti. Un tema, quest’ultimo, che si lega anche al coinvolgimento di filmmakers e attori. Non è un segreto, infatti, che negli ultimi tempi celebri registi, attrici e attori abbiano accettato di realizzare produzioni originali in esclusiva per lo streaming in virtù delle seguenti ragioni: maggiore visibilità a livello mondiale (grazie ai milioni di abbonati), piena libertà creativa e budget plurimilionari. Ma si sa che l’amore per il grande schermo non è mai venuto meno e per questo in futuro, con un circuito cinematografico alle spalle, queste star sarebbero certamente più inclini a mettere il proprio talento al servizio di produzioni Original dei colossi dello streaming. Non sottovalutiamo poi un altro aspetto essenziale del business: distribuendo i propri film all’interno di un circuito di proprietà, le piattaforme non dovrebbero dividere i ricavi con nessuno in quanto distributore ed esercente coinciderebbero, massimizzando così i profitti. Certo la composizione del palinsesto sarebbe tutt’altro che secondaria e le piattaforme dovrebbero alzare l’asticella qualitativa dei propri titoli per competere con la concorrenza. Non è poi facile prevedere quanto questi circuiti potranno accedere al prodotto filmico di altri distributori. Allo stesso tempo, però, queste catene potrebbero avviare iniziative mai viste finora, ad esempio organizzando prèmiere con cast, eventi scadenzati o vere e proprie maratone per il lancio di nuove serie Tv, come potrebbe essere il caso di Stranger Things 4 per Netflix o di The Lord of the Rings: The Rings of Power per Amazon Prime Video. Magari con un passaggio in esclusiva sul grande schermo prima dell’uscita in piattaforma. E questa è solo una piccola parte dell’ampia gamma di eventi che potrebbero essere messi in atto nell’ottica di una sinergia piattaforma-cinema. Sinergia che potrebbe esprimere tutto il suo potenziale sul piano marketing. Proviamo a fare alcuni esempi che aiutino a comprendere le infinite opzioni in questo campo: un abbonato a Apple Tv+ potrebbe usufruire di una scontistica importante per vedere una produ- zione Apple Original all’interno del circuito Apple. Viceversa, chi compra un biglietto potrebbe beneficiare di un abbonamento svod a un prezzo agevolato, magari con qualche plus esclusivo come la possibilità di vedere un film o un serial Original prossimamente in uscita sulla piattaforma con qualche giorno di anticipo rispetto agli altri abbonati. O ancora, chi supera in un anno i 500 euro (cifra puramente indicativa, ndr) di spesa e-commerce su Amazon, potrebbe beneficiare di alcuni biglietti gratuiti o scontati all’interno del circuito del gruppo. Insomma, le leve promozionali sono pressoché infinite e la doppia natura, virtuale e fisica, offrirebbe un ventaglio di opzioni tutt’altro che trascurabile.

(© Getty Images)

UNO SCENARIO REALISTICO?

Nonostante i molteplici vantaggi di una simile operazione per i servizi on demand, molti restano scettici di fronte a questo scenario. Lo stesso Ted Sarandos, Co-Ceo di Netflix, a settembre 2021 ha dichiarato che…

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