Dinoia, allarme per il cinema italiano

«Se qualcuno aveva dubbi, i risultati al box office del weekend appena concluso hanno purtroppo confermato l’enorme stato di difficoltà del cinema italiano», ha dichiarato Domenico Dinoia, presidente Fice (Federazione Italiana Cinema d’Essai) commentando i dati deludenti dei film italiani usciti nell’ultimo fine settimana. «Ad eccezione della commedia Chi m’ha visto siamo costretti a constatare come ben tre titoli d’autore come Il contagio, L’intrusa e Una famiglia abbiano raccolto, nel complesso, meno di 200mila euro. Un dato allarmante che conferma la tendenza, tutta italiana, di concentrare le uscite nello stesso periodo, provocando una battaglia fratricida che svilisce il valore di opere spesso di qualità, accorciandone la vita nelle sale cinematografiche». Un errore strategico, secondo Dinoia, collegato alla mancanza di prodotto nei mesi estivi. «Di film di qualità – prosegue – non ne mancano, basti pensare al caso di A Ciambra, fresco candidato agli Oscar come miglior film straniero. Semmai a mancare è il giusto sostegno che essi meritano, e che spesso è offerto soltanto dalle sale d’essai». Ma, secondo Dinoia, questo è solo uno dei punti dolenti di un settore che soffre di «problematiche strutturali che hanno portato il pubblico a registrare, rispetto allo scorso anno, una flessione del 14%, con la quota del cinema nazionale che farà fatica, entro fine stagione, a raggiungere il 15%. Una cifra, quest’ultima tra le più negative degli ultimi anni, e che addirittura non raggiunge la metà di quella del 2016». Criticità che potrebbero trovare soluzione, in parte, grazie alla nuova Legge Cinema, dalla quale il Presidente Fice, però, auspica l’immediata attuazione. «La nuova legge, approvata a novembre 2016 e salutata da quasi tutti come un provvedimento che avrebbe rimesso in moto tutto il cinema italiano, di fatto ancora non produce ancora gli effetti sperati dal momento che i decreti attuativi (come quello che prevede degli incentivi a distributori ed esercenti che mettono in programmazione film nel periodo giugno/agosto), a quasi un anno di distanza, non sono ancora in vigore. Questa situazione si ripercuote anche sulla disciplina delle sale d’Essai. Sono circa mille, infatti, le sale che attendono maggiori certezze da una riforma che potrebbe maggiormente valorizzare il cinema d’autore italiano ed europeo».

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