Gino Paoli: «copia privata da adeguare alla media UE»

Gino Paoli, in qualità di presidente Siae, è tornato sull’argomento copia privata, in particolare invocando un adeguamento dell’importo dell’equo compenso agli standard europei. Paoli, al termine della riunione del Consiglio di gestione dell’Ente, ha sottolineato che «il diritto d’autore non è una tassa, ma il compenso di lavoratori, gli autori appunto, e, spesso, la loro unica fonte di reddito. Anche in considerazione della situazione economica del Paese, Siae è fermamente contraria all’introduzione di nuove tasse o di tasse di scopo, come si sente raccontare in questi giorni. Invece di pensare a nuove tasse, basterebbe adeguare agli standard europei i presidi di legalità e antipirateria e di sostegno al mercato, per questo la Siae attende con fiducia l’emanazione entro l’anno del nuovo regolamento Agcom». Sostegno alle dichiarazioni di Paoli da parte di Enzo Mazza, presidente Fimi, secondo cui: «I consumatori oggi hanno molte opportunità di riprodurre contenuti musicali grazie al compenso di copia private, che permette di esercitare una possibilità retribuendo i titolari dei diritti. E bene ha fatto Gino Paoli a ricordarlo, come bene ha fatto a ricordare che in Italia tali compensi non sono in linea con l’Europa, e vanno adeguati con urgenza. Al contrario, tasse indiscriminate sulle reti digitali, sulle piattaforme e sui servizi legali costituiscono un freno allo sviluppo».

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