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Aires, in una nota ufficiale, riconferma la propria condivisione sulla raccomandazione di Agcom di anticipare alla fine del 2011 lo switch off delle ultime regioni ancora in analogico: Liguria, Toscana, Umbria, Marche, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Sicilia e Calabria. Inoltre l’associazione “si rende fin da ora disponibile verso le istituzioni preposte per concertare iniziative volte ad una migliore informazione del pubblico anche attraverso i punti vendita delle catene aderenti che vedono ogni anno oltre 250 milioni di visitatori. Portare tutte le famiglie allo stesso grado di sviluppo digitale è una scelta di equità ma anche un passo necessario per lo sviluppo di nuovi servizi a valore aggiunto per le famiglie ed il paese”. Nel dettaglio Albino Sonato, presidente di Aires ha dichiarato: “Il nostro appoggio ad una accelerazione della digitalizzazione delle famiglie non è dovuta solo a considerazioni di mercato. Il 2010 è stato l’anno record per la vendita di apparecchi televisivi in Italia, superiore a qualsiasi altro dalla nascita della televisione ad oggi. Crediamo fortemente che sia giusto avere un’Italia che marcia compatta, e non a differenti velocità nella digitalizzazione di cui stiamo assistendo solo ora ai primi passi. Sappiamo anche che esistono ancora problemi di sintonizzazione e ricezione, che spesso arrivano nei nostri negozi sotto forma di richieste di aiuto da parte dei cittadini. Per questo crediamo che sia necessario un ulteriore sforzo di comunicazione a cui siamo fortemente interessati a dare un contributo concreto”. Anche Davide Rossi, direttore generale di AIRES, ha confermato come già dichiarato a e-duesse (news “L’anticipo dello switch off al 2011 è una scelta buona, ma anche giusta” del 20/12) : “Accelerare la digitalizzazione è decisamente rilevante come passaggio culturale e tecnologico del nostro paese. La Tv digitale è inoltre una piattaforma su cui è possibile costruire nuovi servizi al cittadino: basti pensare solo alla possibilità di dialogare con la Pubblica Amministrazione e gli enti locali, oggi limitata solo a chi sa usare un computer e ad alcune aree del paese. Per questo ci stiamo impegnati a favorire l’evoluzione di una nuova cultura tecnologica del Paese.
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