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Dopo tanti anni in cui ho vestito i panni del guastaFesta (del Cinema) rilevandone alcuni tra i principali difetti di fondo, a cominciare dalla sua motivazione esistenziale ancor prima dell’incerta identità, sono molto contento di aver visto nella presentazione di Piera Detassis e Antonio Monda i primi, determinanti passi di una sua modifica profonda nella direzione che mi sono sgolato (insieme a molti altri) a indicare. E cioè, quella del ritorno a una formula rivolta il più possibile a “intercettare i gusti del pubblico” (come ha ben detto Detassis) dando alla Festa un tono più casual e meno ingessato dei classici riti festivalieri, sia nella forma che nella sostanza. L’attenzione ai film, raramente così variopinti, alla memoria, mai così tante celebrazioni e anniversari, e infine agli eventi più pop, come gli annunciati incontri con attori e registi oltre a “tecnici illustri” come Renzo Piano e Riccardo Muti (i temi sono piacevolmente da cineclub anni 70: il rapporto tra cinema e architettura e tra musica colta e colonne sonore).Il passo successivo dev’essere adesso verso l’intercettazione e il coinvolgimento non solo dei gusti ma anche della quantità del pubblico, che non può – lo ripetiamo ancora a maggior ragione ora che la Festa è tornata Festa e non più festival – restare confinato nell’Auditorum pariolino per una settimana: e questa è la sfida vera e assoluta del festival, sulla quale puntano anche le forze politiche e di governo della città che hanno rinnovato fiducia e budget alla manifestazione. Nella città che ha dato per prima vita all’estate della cultura e dell’effimero, e che nel 1975 portò ai Fori Imperiali decine di migliaia di persone in piena estate a vedere un film MUTO come Napoleon di Abel Gance, intercettando quindi sia i desideri del pubblico (all’epoca rinserrato nelle case, stretto tra la criminalità della Magliana e la violenza politica delle Br e delle bande di picchiatori fascisti) sia la quantità delle persone coinvolte, ebbene, non si può prescindere dalle gloriose e straordinariamente positive esperienze passate. Questo è il futuro della Festa e, se non verrà raggiunto, i guastaFesta sono destinati a moltiplicarsi. Per il momento un “in bocca al lupo” è doveroso a chi, come la nuova gestione della manifestazione, ha saputo cogliere i segnali del giusto rinnovamento.
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