QUELLO CHE I DATI NON DICONO
Che il cosmetico sia un prodotto di lusso è questione dibattuta. Potrà mai essere lusso un prodotto il cui acquisto si attesta al di sotto dei 150 euro. Fatto sta che il prezzo medio dei prodotti continua a crescere per effetto dell’assottigliarsi dell’offerta, nel canale selettivo, di prodotti con posizionamento mass. Una scelta che sta pagando perché il 2018 si è chiuso con un segno positivo a valore, leggermente (+1,5%), ma positivo. In realtà l’unico asse che cresce è quello dell’alcolico, ambito nel quale la proposta con posizionamento mass è decisamente ridotta (in quanto indirizzata ad altri canali). Sono invece flat il make up e lo skincare, dove la forbice di posizionamento tra i diversi brand è più ampia. Sarebbe interessante capire, invece, se e quanto crescono i ricavi relativi ai servizi make up e skincare realizzati sui punti vendita dai retailer. Siamo sicuri che quelli che i dati ci dicono essere aree di stallo lo siano sul serio? Pensiamo alle make up school, vere e proprie scuole nell’ambito delle quali i make up artist spiegano i trucchi per un maquillage perfetto, per partecipare alle quali i consumatori sono disposti a pagare. E i servizi estetici? E i trattamenti realizzati per eventi speciali? Forse ciò che i numeri ci dicono è che il canale sta mutando i suoi connotati.
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