Ripartiamo dalla vendita
La stagnazione dei consumi, il continuo calo della natalità, con il 2016 a segnare il nuovo minimo storico delle nascite, l’avvicendarsi di una clientela trasversale a più generazioni obbligano oggi tutto il retail a una riflessione su cosa significhi vendere e, stante la crescente diffusione dell’e-commerce che con l’avvento del mobile si sta trasformando in un everywhere commerce, a dare una nuova definizione di che cosa e di come debba essere un punto vendita fisico della Prima Infanzia.
Un tema, questo, sempre più importante per il mercato dei Baby Product e al quale dedichiamo l’inchiesta di questo numero. Dall’incontro con alcuni operatori del canale tradizionale è emersa non solo la preoccupazione per le sfide del nuovo contesto, ma soprattutto la volontà di trovare le giuste strategie per affrontare il cambiamento.
Da una selezione sempre più mirata dell’offerta alla necessità di una professionalità sempre più elevata, fino alla costruzione di nuovi layout espositivi e di vere e proprie shopping experience. Ma non solo. Così come è emerso in occasione dell’ultima edizione dell’Osservatorio Innovazione Digitale nel Retail del Politenico di Milano, al quale dedichiamo queste mese un approfondimento, la digitalizzazione è ormai una realtà anche per il piccolo e medio store.
Anche per i retailer della Prima Infanzia tale processo consente, infatti, di aumentare la propria visibilità e la qualità della propria relazione con il cliente. Perchè al consumatore, così come sottolinea Giulio De Masi, Direttore Vendite Baby Shops di Chicco nella nostra intervista di copertina, oggi più che mai, bisogna offrire un valore aggiunto e un servizio ancora migliore.
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