UNA FIERA CHE PARLI ITALIANO
lI mercato della Prima Infanzia si lascia alle spalle la fiera di Colonia, Kind und Jugend, vero e proprio spartiacque per la presentazione delle novità del settore e per l’effettiva ripresa di un nuovo anno di lavoro. Le aziende hanno mostrato con entusiasmo prodotti sempre più innovativi e d’appeal per conquistare consumatori che, a detta di tutti gli operatori, stanno dando segnali, in particolare durante questo ultimo anno, di accusare la crisi economica generalizzata anche nell’acquisto dei Baby Product. Presente alla fiera un pubblico di operatori sempre più internazionale (20 mila addetti commerciali da 109 paesi), con un aumento, segnalato da Katharina C. Hamma, direttore operativo di Koelnmesse GmbH, dei partecipanti provenienti dalla Cina, dalla Corea del Sud e da parecchi Paesi europei. La kermesse di Colonia mantiene, quindi, a tutti gli effetti un posto di primo piano e ha permesso a molti operatori dell’Industria di lavorare con soddisfazione, in particolare con i prodotti Made in Italy. Consci del respiro internazionale di Kind und Jugend, però, sono stati molti i fornitori che si sono chiesti se non fosse arrivato il momento di ri-creare una fiera per la Prima Infanzia nel nostro Paese, un momento di incontro anche di uno-due giorni, che permettesse a tutti i membri della filiera dei Baby Product, in particolare agenti e retailer del canale tradizionale, di essere presenti. Sono circa dieci anni, infatti, che l’esperienza italiana, prima a Milano e poi a Rimini è andata esaurendosi e, mai come oggi, sarebbe importante rimarcare il valore del mercato italiano con una kermesse dedicata. Le possibilità per far rinascere un polo fieristico italiano sicuramente non mancano, ma ciò che serve non è solo il supporto dell’Industria, ma tutta la filiera dei Baby Product e l’associazione di categoria devono credere nel progetto. Ciò che serve sono una location rinomata, riconoscibile, facilmente accessibile e un programma chiaro con accordi commerciali e promozionali che permettano di favorire l’arrivo dei principali buyer, dei dettaglianti e dei rappresentanti. E sono proprio progetti come questo in cui è necessario impegnarsi e che potrebbero sostenere il mercato Italia, valorizzarne la produzione e fare da volano per una ripresa economica.
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