Crisi Saeco, il governo in pressing su Philips
Le ultime novità riguardanti la crisi Saeco e la volontà da parte del “patron” Philips di licenziare 243 lavoratori sui 558 in pianta organica, risalgono alla fine di dicembre. Sindacati e Governo si sono mossi per premere sulla multinazionale olandese: in particolare, mentre Fiom e Pd bolognese sono ai ferri corti – stando ai quotidiani locali, il sindacato non vuole che «gli esuberi diventino davvero esuberi» ed è propenso alla «linea dura», il partito ipotizza invece una specie di «exit strategy» per ricollocare gli esuberi – l’idea dell’esecutivo è di riportare la produzione delle macchine da caffè alto di gamma a Gaggio Montano (Bo) e vincolarle con investimenti e tre anni ammortizzatori sociali, prevedendo esclusivamente uscite volontarie e incentivate. Questa la proposta fatta a Philips dal ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi e illustrata a Fiom-Cgil e Fim-Cisl. La multinazionale, stando a quanto emerso in un incontro del 22 dicembre scorso, ribadisce che “non ha ritirato gli esuberi, ha dato timidi segnali di apertura e prende tempo per valutare le proposte del ministro”, riferiscono i delegati di Saeco. Se ne riparlerà il 18 gennaio in un nuovo tavolo ministeriale.
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