Agpci, preoccupazione per i decreti attuativi

Il 12 aprile si sono riunite in assemblea straordinaria le associazioni degli autori Anac, 100autori e Wgi, e le sigle della produzione e distribuzione indipendente Agpci e Cna Pmi e le sigle di critici e festival Sncci e Afic. A tema l’analisi delle prime bozze di alcuni fra i decreti attuativi della nuova legge cinema e del primo incontro con il neo insediato Consiglio Superiore del Cinema e dell’Audiovisivo. Molte le preoccupazioni. «In primis – dichiarano le associazioni – le definizioni di “Produttore Indipendente”, “Distributore Indipendente”, di “cortometraggio” e “Film Difficile”. Le bozze dei decreti sul credito d’imposta ignorano infatti l’aspetto essenziale per qualificare l’indipendenza del produttore cinematografico e che è invece alla base della normativa europea, vale a dire la titolarità di almeno il 30% dei diritti. Nel settore della distribuzione per la definizione d’impresa indipendente non si possono invece ignorare gli aspetti dell’alterazione della concorrenza determinati dall’integrazione verticale con l’esercizio e la produzione. Per quanto riguarda il cortometraggio, il dispositivo immaginato, prevedendo requisiti difficilmente realizzabili nelle attuali condizioni del mercato italiano, come ad esempio l’uscita in 15 sale, ridurrebbe drasticamente la produzione di corti, indispensabile palestra per i giovani registi e produttori. Infine per i film cosiddetti “difficili” la definizione che è stata prevista in funzione dell’intensità degli aiuti è talmente onnicomprensiva che quasi la totalità dei film italiani saranno considerati “difficili” e potranno ricevere al 100% la copertura finanziaria da risorse pubbliche (nazionali, regionali, europee…) tramite incentivi e sgravi fiscali. Inefficaci anche le norme attuative per favorire la scrittura e lo sviluppo dei progetti che rimangono sostanzialmente invariate rispetto al passato e disattendono quel ruolo propulsivo che il legislatore gli ha invece attribuito nell’articolato della nuova legge. Nel constatare che l’ammontare di credito d’imposta disponibile per ogni singola impresa è stato elevato fino a 16 milioni di euro e la totale assenza di una definizione o un tetto previsti per i gruppi (con più imprese collegate), tutte le associazioni presenti all’assemblea hanno denunciato che il provvedimento determinerà la contrazione del numero d’imprese che nei prossimi anni potranno operare nel settore dell’audiovisivo in quanto l’assegnazione dei fondi riguarderà al massimo a una decina di aziende». Alla luce di questi fatti, Anac, 100autori, Wgi, AgpciI, Cna Pmi, Sncci e Afic hanno chiesto con la massima urgenza un incontro al ministro per i Beni Culturali Dario Franceschini insieme al direttore generale Nicola Borrelli e si sono riservati la possibilità di adottare tutte le opportune iniziative presso le istituzioni competenti sia in sede nazionale che europea, prima fra tutte l’Antitrust.

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