Anec, duro giudizio sull’estate

Severo giudizio dell’Anec sull’estate cinematografica: «Dopo un’estate ancora più negativa del solito, e senza nemmeno la coincidenza di grandi eventi sportivi – si legge in un comunicato – il mercato si interroga su una situazione critica come poche volte in passato. Dall’1 giugno al 16 agosto nel campione Cinetel si sono incassati poco meno di 53 milioni di euro: uno tra i risultati più bassi degli ultimi anni, inferiore di circa 7 milioni all’analogo periodo della pur negativa estate 2016, quando gli Europei di calcio erano stati un deterrente alle decisioni dei distributori. Le poche uscite significative di questi mesi si sono rivelate deboli o non sufficientemente supportate dal lancio di campagne marketing adeguate. Eppure, circolano “letture” e analisi – lo si è visto anche a Riccione – secondo le quali il problema non sia la mancanza di film forti, le decisioni sul posizionamento (nel resto d’Europa ci sono stati molti più day and date per le uscite americane rispetto al nostro mercato) o la forza del lancio pubblicitario, ma la presunta ed epocale fuga del pubblico dalla sala cinematografica. Fenomeno peraltro solo italiano, dal momento che nel resto d’Europa – dove i film escono tutto l’anno – non si assiste al crollo di presenze che avviene in Italia in questo periodo dell’anno. Un fenomeno specifico riguarda poi il cinema italiano, che oltre ad aver vissuto una stagione particolarmente debole ha confermato l’assoluta e illogica ritrosia a considerare le esigenze del mercato e del pubblico, disertando ancora una volta e in blocco i mesi estivi». Sulla scorta di questo giudizio ha sottolineato Luigi Cuciniello, presidente Anec: «La sala non è affatto superata come qualcuno vuol far credere. Lo dimostra proprio il weekend appena concluso: basta l’uscita di un titolo forte come Cattivissimo me 3 per far registrare ottimi numeri e vedere tornare il pubblico in sala, nonostante il gran caldo e le città ancora non affollate. Noi esercenti crediamo che il cinema sia vivo, come sono vive le nostre sale, anche grazie a investimenti continui sulle strutture e costanti iniziative per attirare l’attenzione del pubblico. Ma ci credono anche gli altri soggetti del mercato?».

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