CineEurope: gli adolescenti, questi sconosciuti

Alla scoperta del pubblico degli adolescenti per portarli al cinema. Così si potrebbe sintetizzare il convegno di questa mattina che si è svolto nell’ambito di CineEurope a Barcellona. Intitolato “Rebels with a Cause 2 “ e organizzato da Coca Cola, è la seconda parte di un’indagine iniziata l’anno scorso e presentata sempre a CineEurope. Jan Runge, di Unic, ha ricordato alcuni dati emersi nel 2016 e che evidenziavano come si stesse erodendo la presenza del pubblico tra i 15 e i 24 anni negli ultimi anni. In Gran Bretagna, ad esempio, è calata del 7% dal 2008 al 2015 e in Germania è scesa dal 70% al 38%. L’89% degli esercenti intervistati ha dichiarato che il target 12-25 anni è quello chiave; a fronte del 26% degli intervistati che ha dichiarato che questo pubblico è cresciuto negli ultimi dieci anni, il 52% ne ha sottolineato, invece, il calo mentre il 79% ha evidenziato che è molto difficile attrarre i giovani. Quest’anno sono stati presentati i risultati di una ricerca commissionata da Unic a Gfk e che ha riguardato Francia, Germania e Gran Bretagna. Una ricerca che si è strutturata in un’analisi per fasce di età diverse: 18-25, 15-17 e 12-14 anni. Lo studio ha evidenziato come i ragazzi siano molto esigenti con la qualità e la comodità dell’offerta. Il tempo libero a disposizione è percepito essere sempre meno e il cinema è in competizione con altre forme di entertainment. Soprattutto, uscire per andare al cinema richiede uno sforzo ma è considerato una forma molto interessante per occupare il tempo libero e per vivere momenti speciali in condivisione con gli amici. Altro tratto comune, cinema vuol dire immergersi in un altro mondo e per questo fondamentali sono l’atmosfera, il suono, le immagini e la qualità della struttura. I ragazzi non vanno al cinema improvvisando ma pianificano la serata e il 50% abbina la visione di un film ad altro. Chiedono di condividere esperienze con gli amici, avere un contatto stretto. «Questo significa che i cinema devono offrire altro per far vivere esperienze collettive ai ragazzi, permettere di condividere le esperienze prima o dopo il film. E’ necessario offrire un’esperienza intensa» ha dichiarato Susanna Meyer di Gfk. Ci sono poi delle differenze a seconda dell’età. Ai 12-14enni basta vedere film sul grande schermo; i 15-17enni più specificatamente al cinema vogliono vivere esperienze con gli amici; i 18-25enni di base preferiscono stare a casa a vedere un film o andare al cinema per eventi precisi. «Anche se a casa sono disordinatissimi, una volta al cinema i ragazzi chiedono temperatura gradevole, pulizia, spazio, poltrone comode, tempi ridotti per acquistare biglietti, staff accogliente. Chiedono di comprare biglietti e anche cibo direttamente dal telefono, app dedicate, carte fedeltà e la possibilità di consegna del cibo acquistato direttamente in sala. Da parte loro gli esercenti dovrebbero utilizzare più canali quali Twitter o Snapchat per comunicare; entrare in contatto con gli adolescenti attraverso i social media», ha specificato Susanna Meyer. Una via interessante – è stato sottolineato durante il convegno – sarebbe che i cinema si dotassero di canali youtube, in cui magari ospitare blogger, per far arrivare messaggi ai ragazzi. I cinema dovrebbero dotarsi di aree apposite dedicate dove i teenager possano stare prima di entrare in sala o dopo aver visto il film (in questo senso Coca Cola è stata partner di un progetto sperimentale presso un cinema a Tilburg in Olanda che sta dando risultati interessanti). Ha concluso la ricercatrice di Gfk: «Al cinema i ragazzi chiedono un’esperienza più totalizzante, non solo vedere un film ma ampliare l’offerta con più contenuti, come serie tv, partite di videogiochi, eventi sportivi o visione di making off dei film per andare oltre la pellicola».

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