Decreto window, il plauso di tutte le associazioni

Le Associazioni di categoria dell’esercizio italiano Anec, Anem (si legga anche la nostra intervista al presidente Carlo Bernaschi), Acec e FIice, unitamente ai produttori e ai distributori dell’Anica, accolgono con soddisfazione l’annuncio del nuovo decreto sulla qualificazione delle opere cinematografiche annunciato da Alberto Bonisoli, ministro dei Beni e delle Attività Culturali, che include la regolamentazione delle tempistiche di uscita dei film in sala e sui successivi mezzi di sfruttamento, incluse piattaforme streaming. «Quanto affermato oggi dal Ministro – si legge in una nota congiunta – è il punto di arrivo di un dibattito articolato promosso dal Mibac sin dallo scorso settembre, con un confronto tra tutti i componenti dell’industria che ha portato a una piena e produttiva condivisione di idee». Il decreto alla firma del Ministro definisce i parametri delle opere cinematografiche nazionali per essere ammesse ai benefici di legge: «Punto di partenza è l’accoglimento della prassi vigente che prevede una “finestra” di 105 giorni per tutti i tipi di film, volta a salvaguardare la sala come momento centrale dello sfruttamento dell’opera cinematografica; le regole proposte mirano inoltre, attraverso deroghe, a valorizzare le diverse tipologie di produzione nazionale, inclusi film low budget e dalle minori potenzialità di mercato, ampliandone così le possibilità di sfruttamento e di visione». Le associazioni dell’industria cinema plaudono inoltre all’impegno del sottosegretario Lucia Borgonzoni, oltre che per il provvedimento citato anche «per aver riportato all’attenzione di tutti il sostegno alle sale cinematografiche, non soltanto economico ma anche sotto forma di accordo per favorire la programmazione multipla giornaliera di film nelle monosale e per una stagione estiva di cinema che consenta finalmente di superare il fenomeno tutto italiano della stagionalità, con conseguente sovrabbondanza di offerta negli altri periodi dell’anno. Ci si augura», concludono le associazioni, «che questo decreto favorisca la diversificazione della produzione e, di conseguenza, del consumo di film: una concreta opportunità per il potenziamento delle presenze nelle sale».

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