Ferrero, “Cinema al Maxxi” concorrenza sleale per l’esercizio

In una dura lettera inviata al presidente dei distributori Andrea Occhipinti e per conoscenza anche al presidente Anica, Francesco Rutelli e alle distribuzioni coinvolte, il presidente Anec Lazio, Giorgio Ferrero, prende una netta posizione contro l’iniziativa “Cinema al Maxxi”, considerato una forma di concorrenza sleale per l’esercizio tradizionale. Di seguito la lettera integrale:

«Abbiamo appreso la notizia – scrive Ferrero – che a partire dal 25 gennaio al 29 marzo, presso il museo Maxxi di Roma è prevista la rassegna “Cinema al Maxxi”, presentata come una della attività di maggior prestigio nell’offerta di cinema di qualità della capitale. Nata come sperimentazione finalizzata ad inserire il Cinema all’interno di un programma museale dedicato alle espressioni artistiche contemporanee, di fatto l’iniziativa “Cinema al Maxxi” rende il museo una vera e propria sala cinematografica con oltre 30 appuntamenti nell’arco di due mesi, e la proiezione di film recentissimi anche di grande richiamo (a titolo esemplificativo: Mamma o papà?, La mia vita da zucchina, La battaglia di Hacksaw Ridge, Billy Liynn, La Prova, Manchester by the Sea, Jackie e tanti altri titoli non ancora usciti in sala)». In questo modo quindi un museo nazionale, gestito da una fondazione creata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, «anche attraverso fondi derivanti da Enti Locali, si pone in diretta concorrenza con le imprese che operano all’interno del nostro settore procurando una vera e propria distorsione del mercato. Non si tratta infatti di un Festival o di una rassegna breve, ma di un programma articolato e stabile nel tempo di proiezioni a pagamento in una sala da circa 220 posti che crea una vera e propria concorrenza sleale per tutti quegli esercenti cinematografici che stanno programmando o dovranno programmare gli stessi film. In considerazione di ciò riteniamo doveroso segnalare ad ANICA la gravità di questa anomalia, soprattutto in riferimento ai rapporti commerciali che tutte le distribuzioni coinvolte hanno stabilito col Maxxi, nonostante la consolidata collaborazione e sinergia con gli esercenti cinematografici. Occorrerebbe infatti preservare il ruolo delle imprese esercenti cinema che, in maniera continuativa e stabile, svolgono la loro attività diffondendo l’offerta cinematografica nell’intero territorio della città di Roma e che, inevitabilmente, saranno danneggiati da tale iniziativa, sia dal punto di vista economico che in termini di immagine e prestigio».

Il presidente Anec Lazio chiede formalmente ad ANICA e alle distribuzioni coinvolte «un maggior rispetto dei ruoli reciproci nell’ambito di un regolare e sano rapporto commerciale nel quale il prodotto filmico, distribuito per 365 giorni l’anno dalle nostre sale cinematografiche, non possa essere messo a disposizione di un soggetto pubblico che dovrebbe svolgere un’altra funzione e non garantisce alle case di distribuzione un rapporto continuativo nel tempo e un’attenzione costante al pubblico cinematografico. Pur riconoscendo ed apprezzando la qualità dell’iniziativa, non possiamo evitare di sottolineare la concorrenza diretta e fuori dai normali principi di mercato che “Cinema al Maxxi” rischia di determinare in un fase di stagnazione del consumo cinematografico nella quale il rispetto delle regole dovrebbe prevalere nell’interesse di un sano ed equilibrato sviluppo del mercato». Conclude Giorgio Ferrero: «Ci auguriamo inoltre che lo svolgimento dell’attività di esercizio cinematografico presso il Maxxi sia stata opportunamente regolamentata con il rispetto e l’adempimento di tutte le specifiche norme per la sicurezza e prevenzione dei locali di pubblico spettacolo (differenti da quelle di un Museo) tra cui il vincolante parere della Commissione Comunale di Vigilanza e il conseguente rilascio della licenza di agibilità concesso dal IV Dipartimento dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Roma. Rimarchiamo quindi l’inopportunità di tale iniziativa, nella speranza che a queste nostre comprensibili preoccupazioni possa essere fornito un pronto e rigoroso riscontro, e con l’auspicio di poter condividere personalmente queste nostre preoccupazione».

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