Hollywood, linee guida dei produttori contro le molestie sessuali

A seguito del caso Weinstein, che a Hollywood ha scatenato un vero e proprio cambio di passo nel trattare il tema degli abusi sessuali sul luogo di lavoro, è arrivato il primo cambiamento concreto. Il sindacato dei produttori americani, Producers Guild of America (Pga), ha emanato un documento che traccia le linee guida che le produzioni dovrebbero adottare per combattere le molestie sessuali sul set e fuori, nella convinzione che la prevenzione sia la chiave di volta del cambiamento. Il documento si suddivide in tre parti, la prima identifica il sexual harassement, includendo nella definizione promozioni o benefit vincolati alla sottomissione ad avance a sfondo sessuale e il luogo di lavoro reso ostile da azioni verbali, fisiche o visive; precisando che a trasformare in sexual harassment un bacio o un abbraccio non è l’atto in sé ma il fatto che sia offensivo o non voluto. La seconda parte presenta le raccomandazioni della Pga: ogni produzione deve fornire training anti-sexual harassment ai propri dipendenti prima dell’inizio dei lavori; deve vigilare per prevenire; deve fornire le procedure affinché eventuali vittime possano sporgere denuncia e deve designare almeno due persone all’interno dell’equipe predisposte alla raccolta delle denunce, che ascoltino con attenzione e empatia le vittime; deve garantire che chi denuncia non subisca ritorsioni; deve infine garantire che tutti i meeting e le sessioni di casting si svolgano in luoghi professionali. La terza parte del documento è un protocollo per vittime, testimoni e produttori dove si incoraggiano le vittime a contattare le autorità, a cercare prove e testimoni, a riportare gli avvenimenti alle persone della produzione designate, e si sollecitano i produttori a intervenire in caso vengano a conoscenza di abusi che le vittime non stanno denunciando. Si spiega che tutto ciò va nella direzione di un cambio nella cultura professionale, ricordando che le molestie sessuali sul luogo di lavoro sono illegali in quanto forme di discriminazione riconosciute dalla legge federale (Titolo VII del Civil Rights Act del 1964).

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