Le associazioni rispondono ai dati Siae

In questi giorni è stato presentato l’Annuario dello Spettacolo 2018 della Siae che conferma l’andamento negativo del 2018 del consumo cinematografico già documentato dai dati Cinetel. Nel dettaglio, la pubblicazione della Società Italiana degli Autori ed Editori riporta che nel 2018 gli spettatori sono stati 91.687.699, ovvero 7,9 milioni in meno rispetto all’anno precedente, con un calo percentuale del -7,96%. La contrazione del box office è invece del -6,44%.In risposta alla pubblicazione di questi dati, le associazioni di categoria hanno rilasciato una nota congiunta che vuole sottolineare il cambio di tendenza del 2019 rispetto all’annus horribilis del 2018. Di seguito il testo del comunicato a firma di Mario Lorini – Presidente ANEC, Carlo Bernaschi – Presidente ANEM, Francesca Cima – Presidente Produttori ANICA, Luigi Lonigro – Presidente Distributori ANICA.Una lettura dei dati del mercato del cinema in sala del 2018 – consegnata a oltre sei mesi dalla conclusione dell’anno – non può che confermare quanto già era emerso dall’analisi puntuale svolta da Cinetel, comunicata a inizio gennaio 2019 e al recente aggiornamento semestrale.“Il mercato del cinema è infatti un contesto dinamico, all’interno del quale la visione di un film in sala costituisce il primo e fondamentale elemento di costruzione di valore. Che viene poi moltiplicato nel tempo, grazie ai miliardi di visioni di ogni opera cinematografica su tutte le reti e piattaforme che le rendono accessibili al pubblico nazionale e internazionale.In questo il cinema manifesta anche la sua natura di segmento industriale, in perenne mutamento e reattivo al contesto competitivo. Nel primo semestre 2019 la situazione è infatti già completamente cambiata, come anche anticipato dalla Sottosegretario Borgonzoni. Già dai primi giorni di quest’anno era chiara una prima inversione di tendenza, che si è poi confermata con forza a partire dalla fine del mese di marzo e che vede oggi il nostro mercato a segno positivo rispetto al primo semestre del 2018 (+5,13% in termini di incasso; +5,38% rispetto alle presenze) e a pochissima distanza dai risultati del 2017 che avevano però beneficiato, soprattutto rispetto alle presenze, degli ingressi in alcune giornate al prezzo promozionale di 2 €.Determinante, come sottolineato la scorsa settimana dalle Associazioni a Riccione in occasione di Cinè – Giornate di Cinema, il risultato dei mesi estivi di maggio e giugno, che complessivamente hanno visto il nostro mercato crescere del 29,4% rispetto all’analogo periodo del 2018, del 27,1% rispetto al 2017 e dell’1,28% rispetto al 2016, grazie a un forte impegno di tutti i comparti della filiera per una programmazione cinematografica importante anche nei mesi più caldi.Come noto, il risultato dei mesi estivi è sempre stato determinante sia nel saldo finale dell’anno che nel confronto con i mercati esteri dove invece c’è da sempre una programmazione di titoli importanti durante tutti i 12 mesi dell’anno.La seconda parte del 2019 si presuppone altrettanto significativa con alcuni attesissimi titoli sia nel proseguimento della stagione estiva che, a seguire, in quella autunnale che sarà caratterizzata quest’anno da una forte presenza del cinema italiano.La lettura statica di un fenomeno in continua evoluzione non è pertanto coerente con la sua natura, e una visione novecentesca e immutata dal 1934 non può che essere parziale. Il cinema è molto diverso dallo spettacolo dal vivo, come nell’Annuario SIAE risulta evidente sia per il numero degli spettacoli sia per quello dei biglietti staccati: quasi 3,2 milioni di spettacoli cinematografici e quasi 92 milioni di presenze in sala nel 2018 non possono essere messi a confronto con la somma di tutti gli spettacoli live del 2019 (escluse quindi mostre e discoteche), 337 mila in totale. Gli 86 milioni di ingressi a teatro, concerti, sport, spettacolo viaggiante nel corso dell’intero anno 2018 non sono arrivati al numero di biglietti staccati dalle sole sale cinematografiche, senza contare gli eventi senza bigliettazione. E’ però utile ricordare che, seppure senza titoli di produzione nazionale tra i primi 10 incassi, il cinema italiano è cresciuto rispetto al 2017 (secondo i dati Cinetel, del 23,86%) per una quota sul totale del 23,02% (nel 2017 era del 17,66%). E’ invece diminuita, in maniera determinante, la quota del cinema statunitense (che ha perso il 14% in termini di incassi) con un risultato sul totale del 60,04% (era del 66,35% nel 2017).Più in generale, il cinema statunitense è stato determinante non solo per il risultato negativo del mercato italiano ma anche per quello della maggior parte dei mercati europei dove il trend è stato simile, se non identico, a quello del nostro paese.Il cinema continua a essere, in Italia come nel resto del mondo, lo spettacolo più popolare e più seguito”.
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