Zonderland, “solo chi cambia sopravvive”

“Dobbiamo ripensare il business model del mercato cinematografico: solo chi cambia sopravvive”. È questa la conclusione dell’intervento di Paul Zonderland, amministratore delegato di Twentieth Century Fox Italia, al convegno di Box Office intitolato “Oltre 600 titoli l’anno. È possibile promuoverli tutti?” che si è svolto oggi pomeriggio a Riccione nell’ambito di Ciné. Ha dichiarato Zonderland: “Per il consumatore è centrale il plusvalore che il cinema dà al prodotto. Per giustificare il prezzo del biglietto e il tempo per andare a vedere il film in sala, il cinema deve essere un ‘A brand’, un marchio forte in quanto il consumatore spende di più quando è soddisfatto. Abbiamo quindi bisogno di un esercizio sufficientemente sano da non avere bisogno di troppa pubblicità che appesantisce lo spettacolo o di interruzione del film. Per fare questo è necessario che ci sia continuità di prodotto in modo che in estate gli esercenti non perdano quanto guadagnato nel primo semestre”. Secondo il manager, nel pensare alla promozione dei film è centrale rivolgersi a chi non va più al cinema: “Ad oggi in Italia su 60 milioni di abitanti solo 10 milioni frequentano i cinema. È un dato molto preoccupante. Il cinema deve essere un’esperienza top anche dal punto di vista della qualità tecnica e non sempre è così. Dobbiamo lavorare in questa direzione e soprattutto studiare qualcosa per portare in sala quella grande fetta di popolazione che al cinema non va più e che ha a disposizione un’offerta di prodotto audiovisivo molto vasta. Dobbiamo anche recuperare il pubblico degli anziani che stiamo perdendo”. Per Zonderland un tema fondamentale è quello dell’allungamento delle teniture: “Altra strada da percorrere, con un buon marketing e una buona partnership tra distribuzione ed esercizio, è prolungare la vita dei film. La tenitura oggi è troppo breve: i film vengono smontati dopo due settimane, è vergognoso”. Ha concluso Zonderland: “I distributori investono 40 milioni di euro all’anno nei cinema come media. Gli esercenti dunque devono dimostrare di saperli gestire bene e di conoscere il proprio pubblico. O cambiamo il mercato o il mercato cambierà noi. Ciò che offriamo al consumatore non è più al livello richiesto. Non ho soluzioni, ma dobbiamo lavorare sempre più in sinergia perché distributori ed esercenti hanno reciprocamente bisogno della controparte. Dobbiamo cambiare il mercato mettendo il consumatore al primo posto”.

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