Cresce l’uso degli analytics, ma rimangono territorio delle grandi imprese, poco ancora del retail
Cresce l’uso degli analytics nelle imprese italiane e con loro le attività di business intelligence, ma anche passo dopo passo anche i Big Data, tuttavia gran parte di questa pratica gestionale rimane appannaggio delle grandi imprese, che infatti concentrano ben l’87% della spesa complessiva in questi tool digitali. Il settore dove l’uso degli analytics è più diffuso è quello bancario (29%), seguito da manifatturiero (22%), telecomunicazioni e media (14%), PA e sanità (8%), altri servizi (8%), grandi insegne (7%), utility (6%) e assicurazioni (6%).
Una classifica che si rovescia parzialmente se si prende in considerazione la crescita dei singoli settori, trainata da assicurazioni (+25%) e poi manifatturiero, banche e utility, con tassi di espansione compresi fra il 15% e il 25%, mentre servizi, telco e media, mostrano una crescita compresa fra il 10% e il 15%, e PA, sanità e retail hanno tassi di crescita più modesti.
“La crescita del mercato analytics, che vale oggi in Italia 905 milioni di euro, conferma come la capacità di diventare una ‘data driven company’ non sia più un’opzione per le imprese, ma una necessità per rispondere ai repentini cambiamenti del mercato” ha commentato Carlo Vercellis, responsabile scientifico dell’Osservatorio Big Data Analytics e Business Intelligence del PoliMi : “Governare grandi masse di dati è ormai una priorità non solo per ottimizzare i processi, ma anche per sviluppare nuovi prodotti e servizi e per cogliere le opportunità, anche quelle derivanti dalla monetizzazione dei dati”.
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