Gli italiani sono 2.0
Microsoft ha divulgato la nuova edizione della ricerca Digital Trends 2015 – condotta in 13 Paesi di tutto il mondo, compresa l’Italia – che rivela i cambiamenti più significativi nel rapporto tra i consumatori e la tecnologia. Ebbene rispetto ai trend emersi dal report Microsoft Digital Trends 2015, gli italiani si ritagliano un ruolo da protagonisti, con risultati spesso superiori alla media dei Paesi europei coinvolti nell’indagine e a volte anche oltre la media globale. Ciò accade nell’ambito della capacità di gestione delle informazioni personali online, ma anche in altri. “Il loro livello di utilizzo di dispositivi e applicazioni per tracciare, scaricare e analizzare i dati è il più alto in Europa (41%), a fronte di una media dell’area pari al 23% e in contrapposizione alla Svezia (solo 14%). Allo stesso modo, gli italiani più degli altri cittadini europei non sanno concretamente come impiegare i dati rilevati (29,1% contro 28,3%). Inoltre, il 74,8% degli italiani vorrebbe oggetti legati alla quotidianità capaci di tracciare i dati (come macchine e case smart), a fronte di una media europea del 54% e globale del 60%” precisa una nota. Sul fronte dei prodotti wearable e dell’Internet delle Cose la ricerca evidenzia che “a livello mondiale tre quarti degli intervistati (il 74%) usa tecnologie indossabili – un incremento del 13% rispetto al 2013 – e più della metà (il 60%) è interessato all’Internet of Things. Nonostante lo sviluppo registrato, le persone ammettono di non sapere con certezza come utilizzare queste tecnologie per migliorare le proprie prestazioni: meno di un terzo (il 28%) le usa per definire attività e obiettivi, mentre un altro terzo (ancora il 28%) afferma di non aver mai utilizzato i dati così ottenuti. Visto che le persone devono confrontarsi con una mole crescente di informazioni e sono sempre più alla ricerca di strumenti che li aiutino a individuare i dati più pertinenti: quasi due terzi (il 63%, con un incremento dell’8% rispetto al 2013) sono interessati a una tecnologia che in futuro possa offrire un servizio di questo tipo, nel nostro Paese ben il 79% dei rispondenti. “Di fatto, si registra un aumento dell’attenzione verso tecnologie in grado di proporre suggerimenti e raccomandazioni su nuove esperienze, nuove connessioni e nuove cose da fare in base ai propri interessi personali: dal 50% del 2013 si è passati al 53% . In Europa con il 65% l’Italia è seconda solo alla Russia 66%” aggiunge la nota: “Inoltre, con l’aumentare della quantità di dati archiviati online, le persone cercano assistenza nella gestione delle informazioni. L’interesse per i servizi digitali in questo contesto è aumentato di 7 punti percentuali rispetto al 2013 (dal 73% all’80%), ma il proprietario dei dati pretende di avere il controllo finale: il 57% nel mondo e il 64% in Italia desidera poter stabilire il tempo di permanenza online delle informazioni condivise”. Le persone vogliono anche un’esperienza unificata tra le proprie esperienze nella vita reale e quelle online. Le persone sono interessate a plasmare e a progettare prodotti e servizi in base alle proprie esigenze e ai propri interessi: il 55% degli intervistati è pertanto più propenso ad acquistare da un’azienda che consenta di avere un ruolo attivo nella personalizzazione dei prodotti. In Italia questa preferenza sale al 64%. Infine, la ricerca ha confermato che il richiamo dei social network come “un’unica soluzione valida per tutto” sta perdendo terreno, poiché le persone usano canali digitali diversi e specializzati, più adatti alle esigenze e alle attività specifiche di un dato momento (incremento dal 41% del 2013 al 48% di oggi).
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