Il consumatore è al potere?
Ha un titolo provocatorio – “2017: il consumatore al potere?” – l’incontro di Eumetra Monterosa svoltosi ieri a Milano.
Il seminario, che ha visto la partecipazione, fra gli altri, di Remo Lucchi, presidente advisory board della società di ricerca, e di Renato Mannheimer, è partito dall’inquadrare la situazione presente, dove “C’è un cambiamento strutturale in atto ormai da anni, a cui riusciamo a dare risposte solo congiunturali, mentre abbiamo bisogno di un nuovo approccio”.
Il consumatore odierno, con più attenzione alla relazionalità e dotato di maggior senso critico rispetto al passato, ha una maggiore presa di coscienza di sé come individuo unico, aldilà di ideologie più che tramontate, ed è alla ricerca di quello che viene definito “benessere armonico”, non legato essenzialmente alla sfera economica, ma anche a quella psicofisica.
La rivoluzione del nuovo consumatore sotto il profilo economico, è fatta di consumatori che si dicono soddisfatti e poi abbandonano senza ripensamenti il marchio di cui erano clienti. È interpretata da consumatori che puniscono silenziosamente le aziende che non si comportano come loro vorrebbero, semplicemente trascurandole.
Secondo l’istituto di ricerca è possibile ricostruire un’economia centrata sul benessere del cittadino-consumatore. In particolare: la marca deve diventare una wellness company per il suo cliente (dare certezze, fondare un “marketing a tasso zero”: zero manipolazioni, zero fregature, ecc.); il contratto con il nuovo consumatore deve essere molto più rispettoso, sia nella forma che nella sostanza; la proattività a favore del consumatore deve essere la regola; il prodotto-servizio deve nascere dal dialogo con il consumatore, con maggior valorizzazione del ruolo relazionale e di connessione emozionale fra azienda e consumatore-cittadino; il personale dell’azienda ha in questo un ruolo molto importante, difficilmente risolvibile con approcci di puro upgrade tecnologico. La tecnologia deve abilitare e dare reale potere al consumatore.
Il punto fondamentale, in conclusione, secondo gli esponenti di ricerca, è che sta nascendo (è già nato da anni, in realtà…) un nuovo cittadino consumatore, con una nuova e più evoluta gerarchia di bisogni da soddisfare. Avere con lui una relazione produttiva richiederà di connettersi, emotivamente e praticamente, con questo nuovo scenario.
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