Più smartphone, meno banda larga
Che in Italia la diffusione di smartphone e mobile device sia elevata è già noto da tempo, una nuova conferma arriva da una ricerca condotta dall’Agcom, sul “Il consumo di servizi di comunicazione: esperienze e prospettive” che ha avuto lo scopo di “esaminare le abitudini degli italiani rispetto i diversi strumenti di comunicazione, in particolare la telefonia fissa e mobile, Internet e i servizi postali”, come viene evidenziato in una nota ufficiale.
Dalla ricerca emerge che il 94% degli italiani possiede uno smartphone o un telefono cellulare e circa il 30% dispone di tre dispositivi (smartphone, tablet e Pc portatili) che consentono l’accesso alla rete in mobilità. Inoltre, il 60% degli individui sceglie abbonamenti Bundle che comprendono, cioè, sia servizi vocali sia servizi dati, mentre oltre il 70% dei matures (64-74 anni) resiste nel mantenere la linea telefonica, fissa o mobile, senza acquistare un accesso ad Internet. E proprio il fattore demografico che com’è noto pende nettamente verso una popolazione over 65 anni, insieme alla scarsa conoscenza tecniche porta ad una minore diffusione della banda larga e ultra larga rispetto ad altri Paesi europei.
Per quanto riguarda il giudizio dei servizi considerati, l’80% degli italiani dichiara la propria soddisfazione, con punte del 91% per i servizi postali online. Per quanto riguarda il settore della telefonia fissa e mobile, il 90% di coloro che ritiene soddisfacente il rapporto con il proprio operatore non ha cambiato i fornitore del servizio. Tra coloro che, di contro, hanno deciso di rivolgersi a un altro operatore, i dati dello studio suggeriscono che oltre al fattore economico – chiamato in causa da quasi il 70% dei consumatori – siano all’opera altri fattori, quali la presenza di disservizi.
La ricerca ha inoltre evidenziato alcune criticità che “impongono all’Autorità una continua e scrupolosa attività di enforcement e monitoraggio sia dal lato dell’offerta sia da quello della domanda” sottolinea l’Agcom stessa. In particolare, “dallo studio si evince l’importanza di limitare alcuni effetti distorsivi generati dalla presenza di asimmetrie informative tra consumatori e fornitori di servizi: la presenza di informazioni incomplete o imprecise rischia infatti di rendere meno che ottimali le decisioni dei consumatori e quindi di ridurre l’efficienza delle transazioni di mercato”. Ad esempio, il 45% degli individui non conosce la velocità della propria connessione Internet (ignoranza che però si riduce al crescere del titolo di studio) e circa il 40% non è a conoscenza dell’esistenza di software atti a testare la velocità di collegamento. Inoltre, oltre il 50% degli utenti non è disponibile a pagare di più per ottenere una connessione più veloce.
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